Le condizioni meteorologiche hanno conseguenze sulla qualità dell’aria. Analizzando la situazione del 2022 in Piemonte, i dati confermano che le circostanze climatiche hanno creato condizioni favorevoli all’accumulo degli inquinanti in atmosfera. Lo scorso anno è stato per la regione il più caldo e il secondo meno piovoso dal 1958. La temperatura media annuale è risultata pari a 11.4°C, con un’anomalia positiva di 1.5°C rispetto alla norma del periodo 1991-2020. Si è registrata inoltre l’estate più calda dopo il 2003. Si è verificato il 41% di precipitazioni in meno rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020. E, se le temperature invernali più miti possono aver portato a una riduzione delle emissioni associale al riscaldamento, l’assenza di pioggia ha permesso una maggiore permanenza delle polveri sottili in atmosfera.
In generale, il 2022 ha registrato una temperatura al di sopra della norma climatica, una tendenza che si è distinta rispetto agli anni passati, caratterizzati da periodi brevi di anomalie termiche. Tutti questi fattori influenzano la qualità dell’aria. A dirlo è il report di Arpa “La qualità dell’aria in Piemonte”. Un fattore positivo però c’è: nella media annua, nonostante le condizioni meteorologiche non favorevoli, il valore limite non è stato superato in nessuna stazione delle reti di monitoraggio regionale.
Arpa ha analizzato la qualità dell’aria indagando le concentrazioni medie annue di PM10, cioè l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria (materiale particolato con diametro aerodinamico ≤ 10 μm), PM2,5 (materiale particolato con diametro aerodinamico ≤ 2.5 μm) e biossido di azoto. In generale, ha confermato il trend di miglioramento, dovuto in particolare alle politiche di riduzione delle emissioni che i Comuni e la Regione hanno messo in campo.
Rimangono però evidenti, per il PM10, le criticità rappresentate dai superamenti giornalieri, in particolare “in diverse aree urbane localizzate prevalentemente nella Città Metropolitana di Torino, ad Asti e Alessandria”, sottolinea il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero. I valori più alti di PM10 si sono registrati in particolare nelle zone pianeggianti e in vicinanza agli agglomerati urbani. Nel Cuneese il limite è stato superato dalla stazione di fondo suburbano di Cavallermaggiore-Galilei. Nel 2022 il limite giornaliero è stato superato, a livello regionale, in 20 stazioni, esattamente come nel 2021. Rispetto a quell’anno però il quadro è leggermente cambiato a livello regionale perché si sono registrate lievi riduzioni del numero di superamenti in alcuni capoluoghi piemontesi e, al contempo, un peggioramento a Torino e in alcuni comuni della prima cintura. Secondo i dati Arpa, i valori limite annuali per il PM10 – che corrisponde a 40 microgrammi per metro cubo – e per il PM2.5 sono stati rispettati.
Per quanto riguarda il biossido d’azoto, inquinante derivato principalmente dal traffico dei veicoli, il valore limite è stato rispettato ovunque a livello regionale, fatta eccezione per l’area di Torino-Rebaudengo. In generale, nel corso dell’anno, si è registrata una lieve riduzione delle concentrazioni medie annue rispetto al biennio precedente.
L’ozono, tipico inquinante presente nell’atmosfera in particolare nei mesi più caldi, a differenza degli altri inquinanti raggiunge le concentrazioni più elevate di norma nelle stazioni rurali e in quelle di quota, nei mesi più caldi e nelle ore più soleggiate. I dati evidenziano che i valori dell’ozono sono stati superati quasi su tutto il territorio piemontese a causa delle temperature elevate, tranne che nella stazione di fondo suburbano di Chieri-Bersezio. Tra gli inquinanti critici l’ozono è l’unico a non mostrare un netto trend di riduzione nel corso degli anni.
Nonostante le condizioni climatiche non favorevoli, gli interventi per il miglioramento della qualità dell’aria e la decarbonizzazione sembrano avere i loro effetti. “La Regione Piemonte sta investendo più di 352 milioni di euro in queste misure, ancora in essere o appena chiuse”, ha detto l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Cosa sta facendo la Regione
Molti sono gli interventi messi in campo, sia a livello regionale che comunale, per cercare di far fronte all’inquinamento atmosferico piemontese. Tra questi l’estensione delle zone a traffico limitato (ZTL), il rinnovo dei mezzi di trasporto (che saranno sostituiti con mezzi a ridotto o nullo impatto emissivo), un programma di incentivazione dell’uso del trasporto pubblico locale per i lavoratori, l’incremento della pedonalità e la promozione della mobilità sostenibile.
Alcune delle misure sono anche rivolte alle aziende agricole piemontesi. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di ammoniaca del comparto agricolo cofinanziando investimenti per migliorare le performance ambientali nella gestione delle matrici organiche. È prevista anche l’erogazione di premi per le aziende che si impegnano nella riduzione di queste emissioni. Esistono poi bandi per le persone fisiche che hanno la residenza in Piemonte. Questi ultimi, in particolare, sono rivolti al rinnovo di caldaie, stufe e caminetti alimentati a legna. “Gli interventi strutturali – sostiene Marnati – hanno portato un netto miglioramento del quadro generale rispetto agli ultimi diciannove anni”.