In valle Stura è stata lanciata in questi giorni una nuova petizione, con la quale i cittadini chiedono di essere ascoltati come “portatori d’interesse” nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa ad un progetto proposto dalla Fonti di Vinadio SpA. L’azienda ha chiesto la concessione mineraria per la captazione di due nuove sorgenti di acqua minerale presso il vallone di Riofreddo, nel Comune di Vinadio.
Il documento relativo alla procedura di VIA è stato pubblicato sul sito della Provincia, rubricato al registro provinciale numero 1079 del 15 aprile 2020. Si legge nel testo della petizione: “All’interno dello studio preliminare i consulenti delle Fonti di Vinadio SpA hanno sostanzialmente sostenuto che tali opere e captazioni non comporteranno un aumento del carico produttivo dello stabilimento e avranno un impatto irrilevante sulle viabilità della valle. Eppure nei mesi di luglio 2021 e agosto 2021 l’amministratore delegato delle Fonti di Vinadio SpA dott. Alberto Bertone ha rilasciato plurime interviste a quotidiani nazionali (tra cui si citano La Stampa e Il Sole 24 Ore) all’interno delle quali ha dichiarato l’intenzione di voler raddoppiare l’attuale produzione di 1,5 miliardi di bottiglie annue e di voler raggiungere i 3 - 3,5 miliardi di bottiglie confezionate e trasportate all’anno”.
"La domanda ovvia che sorge - proseguono i promotori della petizione - è come farebbero a trasportare tutte quelle bottiglie senza ulteriormente aggravare la situazione arci-critica della viabilità in valle Stura a valle di Vinadio: non essendoci alternative di trasporto, a un raddoppio della produzione sarà inevitabile un raddoppio dell’attuale abnorme numero di mezzi pesanti circolanti sulla statale 21 del colle della Maddalena e passaggi all’interno dei centri storici di Aisone, Demonte, Moiola, Gaiola e Beguda, con aumento esponenziale dei già gravi livelli di inquinamento atmosferico con sostanze cancerogene, dell’insopportabile inquinamento acustico, di vibrazioni e di rischio per l’incolumità fisica di chi abita nei paesi da Borgo San Dalmazzo a Vinadio”.
Secondo quanto riferito nel testo della petizione le amministrazioni comunali dei paesi a valle di Vinadio che subiscono il passaggio dei mezzi diretti e provenienti dall’Acqua Sant’Anna (nonché l’Unione Montana) non sono state finora interpellate: “Eppure saremo proprio noi a subire le conseguenze indirette di un eventuale raddoppio della produzione industriale. Stupisce inoltre il mancato parere ANAS, visto che il traffico si ripercuoterà sulla strada statale 21 del colle della Maddalena e sul malandato ponte dell’Olla nel Comune di Gaiola, i cui lavori di manutenzione non sono nemmeno cominciati”.
I promotori dell’iniziativa chiedono quindi di avere “voce in capitolo” e di essere ammessi alla Conferenza dei Servizi nella prossima fase di Valutazione di Impatto Ambientale come portatori di interesse “che vedono leso il loro diritto alla salute e al loro diritto alla casa come sentenziato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”: “Perché di questo di tratta: l’abnorme traffico non è un semplice fastidio o disagio come spesso e in modo semplicistico e riduttivo viene classificato, ma un serio rischio al diritto alla salute e all’incolumità fisica di chi abita nei centri storici dei paesi attraversati dai TIR e di chi viaggia sulla statale”.
La petizione si rivolge alla Provincia, al presidente della Regione Alberto Cirio, all’Unione Montana Valle Stura, all’Asl CN1, all’Arpa, all’Anas regionale e al Prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo. È possibile firmare ad Aisone presso la gelateria “Lou Pountet”, a Demonte presso la macelleria “Spada” oppure presso il locale degli “Amici di Demonte” sotto i portici del centro”, a Gaiola presso il bar Oasi e la farmacia Crosetto, a Borgo San Dalmazzo in municipio, negli orari di apertura dell’ufficio elettorale. Inoltre domani mattina, giovedì 10 marzo dalle 9 alle 12.30, ci sarà un banchetto mobile di raccolta firme in piazza Renzo Spada a Demonte.