Si è chiuso ieri un gennaio da record con temperature massime che, in molte giornate, hanno toccato valori da primavera inoltrata e con una totale siccità che, evidenzia Coldiretti Cuneo su dati Arpa, consolida uno dei periodi secchi più lunghi registrati in Piemonte negli ultimi 63 anni. Nella Granda, in particolare, il mese di gennaio ha proseguito il trend negativo del 2021 che, con un totale annuo di soli 585 mm di acqua, è stato il terzo più arido della Granda, dopo il 2017 (con 490 mm di pioggia) e il 1997 (con 492 mm). È da Natale che sulle campagne cuneesi non scende una goccia di pioggia, ma precipitazioni significative non si registrano dall’8 dicembre 2021, ossia da quasi due mesi. E i modelli meteo ad oggi non prevedono pioggia né neve fino a metà febbraio.
Questa prolungata scarsità di precipitazioni incide negativamente sui bacini cuneesi, in condizioni di siccità severa, con quelli di Tanaro e Stura di Demonte maggiormente in sofferenza. A preoccupare è lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve sull’arco alpino, che in Piemonte fa registrare un -57.6%. Sono questi, ricorda Coldiretti Cuneo, gli effetti di un andamento climatico anomalo che condiziona la vita sia nelle città con l’innalzamento dei livelli di inquinamento sia nelle nostre campagne, dove sono a rischio le coltivazioni che avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite.
“La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. I cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni, anche se l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto. Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto, insieme ad Anbi, un progetto concreto immediatamente cantierabile nel PNRR”, spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.
“Questo intervento strutturale – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi a basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di ‘costruire’ senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.