C’è un progetto per restituire un po’ di smalto alla stazione di Cuneo, dopo lunghi anni di decadenza. Un intervento che riguarderà l’accessibilità e la messa in sicurezza delle banchine, ma anche la staticità dell’immobile: “Abbiamo visto un finanziamento importante” fa sapere la sindaca Patrizia Manassero, rassicurando sulla volontà di riqualificare in senso più ampio l’edificio inaugurato nel 1937.
“Ci sono stati sopralluoghi e ipotesi progettuali, sono stati accompagnati imprenditori e parti del terzo settore in visita ai locali” aggiunge la prima cittadina, rispondendo alle opposizioni che le rimproverano scarso attivismo. “Il fabbricato della stazione continua a versare in una situazione di degrado e abbandono” denuncia da parte sua il consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Sembra che i lavori, previsti dal 2017, siano ora indicati tra la fine del 2025 e il 2026. Ci fidiamo? Vogliamo tempi e dati certi”. “Il degrado della stazione di Cuneo è la madre di tutti i problemi della zona” ribadisce Paolo Armellini (Indipendenti): “C’è un ascensore che funziona a intermittenza, una biglietteria con orari non legati alle partenze, sporcizia e toilette non funzionanti: un bel biglietto da visita per la città di Cuneo”. La velostazione, aggiunge, “c’è ma è poco utilizzata: qualche tempo fa col consigliere Boselli siamo andati, abbiamo visto pochissime biciclette e l’ormai permanente abbandono del sottopasso verso corso Giolitti”.
L’esponente dell’opposizione però non si limita alle doglianze: “Avevo chiesto di spostare in stazione l’ufficio del turismo e di occupare, in accordo con le Ferrovie, i locali, sfruttando i tanti spazi inutilizzati della stazione. In accordo con le associazioni si potrebbe invece creare un museo della Cuneo-Nizza e delle ferrovie di montagna, organizzando visite per gli studenti: fatevi venire idee e proponetele con la voce un po’ più grossa di quanto abbiate fatto adesso”. Un’esortazione ripresa anche dal suo capogruppo Giancarlo Boselli: “Convochi una commissione straordinaria sulla stazione e pretenda che le Ferrovie siano presenti” dice rivolto alla sindaca. “La sua pacatezza - prosegue l’ex candidato sindaco - sicuramente è apprezzata da una parte dell’opinione pubblica, ma c’è una parte di opinione pubblica a cui girano gli zebedei. Soprattutto se il treno gli serve per lavorare e studiare”. “Noi cuneesi - interviene Franco Civallero (Forza Italia) - non meritiamo di essere abbandonati a questo modo: non so quante stazioni possano dire di avere un salone come il nostro, è veramente un gioiello ma lo lasciamo andare in rovina”.
Nell’ordine del giorno, approvato all’unanimità dai consiglieri, si chiede anche la riapertura della Cuneo-Mondovì, una dei quattro presunti rami secchi “potati” dalla Regione nel 2012. Ma la Regione, avverte Bongiovanni, “non si può trincerare dietro ai costi: per il ripristino della linea sono al 100% a carico dello Stato”. L’eventuale riapertura sarebbe “un volano per togliere Cuneo dall’isolamento ferroviario: pensiamo a un treno diretto Cuneo-Savona, come avveniva negli anni Settanta fino a Genova. Si svilupperebbero nuove relazioni tra Savona e Cuneo che servirebbero l’area del Cebano e del Monregalese e si potrebbe arrivare da città a città in meno di due ore”. Maria Laura Risso (Centro per Cuneo) ricorda il progetto di Metrogranda, realizzato nel 2016 dal Politecnico di Torino su finanziamento di Fondazione CRC e dei comuni: l’obiettivo era indagare la fattibilità del collegamento integrato di tutte le sette sorelle, trasformando alcune tratte oggi dismesse. “La Regione - sostiene la consigliera - dovrebbe definire una cabina di regia per programmare un piano strategico, per quanto riguarda la mobilità green futura della Granda”.
Ma questi sono i sogni, poi c’è la dura realtà. Quella fatta, talvolta, di collegamenti da terzo mondo: “Si moltiplicano i disservizi, ieri la navetta per Limone non ha funzionato” ricorda Armellini, menzionando anche un episodio di una decina di giorni fa, con l’incredibile sosta “fuori programma” a Robilante per consentire ai passeggeri di espletare i bisogni fisiologici. I bagni, manco a dirlo, erano fuori uso. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) parla senza mezzi termini di “imbarazzante stupidità” nel descrivere la politica della Regione e di RFI: “Per quattro anni c’è stata una totale assenza, quasi un’ostilità, della giunta di centrodestra al trasporto su ferro. Si è ricominciato a parlarne solo nell’ultimo anno, forse a causa dell’avvicinarsi delle elezioni”. “Assistiamo al fallimento della politica cuneese, sicuramente brava a portare a casa soldi per fare cose spesso inutili” polemizza a sua volta Beppe Lauria (Indipendenza!): “Incredibile che qualcuno plauda alla ferrovia Alba-Caselle e non ricordi che non abbiamo ancora riavuto l’ultimo treno serale da Torino: la sindaca poteva ricordarlo nella sua lettera ai giornali”.
Domani ci sarà la conferenza intergovernativa sul Tenda, sottolinea Manassero: “Quello che torneremo a dire è che la convenzione è il tassello per andare avanti nella parte ferroviaria”. Sempre nei prossimi giorni è previsto un incontro con RFI per definire l’intervento sulla stazione, che sarà oggetto anche di una commissione.