VALDIERI - La tempesta Aline ha lasciato il segno anche sulla strada per il rifugio Soria Ellena

“Il percorso è transitabile a piedi con difficoltà, salire in bici è impossibile”, dice Luca Galfrè, gestore del rifugio. Sfumata l’intenzione di aprire tra inverno e primavera per lo sci alpinismo

Micol Maccario 04/11/2023 10:32

Una volta per arrivare al rifugio Soria Ellena, a 1.840 metri sul livello del mare in Valle Gesso, c’era una strada. Ora non c’è più. La tempesta Aline se l’è portata in parte via e quel rifugio ai piedi del massiccio del Gelas è diventato isolato e difficilmente raggiungibile. Sulla strada ci sono pietre, terra, non si riesce a definire bene nemmeno il percorso in alcuni tratti, parti del ciglio che dà verso il basso sono crollati. “Il percorso per san Giacomo è ceduto in alcuni punti e, nella parte alta, quello che prima era solo un rigagnolo ha portato via la strada. Adesso è percorribile a piedi con difficoltà, salire in bici è impossibile”, spiega Luca Galfrè, gestore del rifugio.
 
Ma disastri come questo non sono una novità per la zona. Nel 2020 la tempesta Alex aveva causato disastri molto simili. “Questa volta ci sono più danni in quota. Il problema è che nel 2020 avevano rifatto la strada, ma ora è tutto di nuovo da rifare”. Quell’anno il Comune di Entracque, il parco delle Alpi Marittime, la Regione Piemonte e il Club Alpino Italiano Cuneo avevano lavorato per ricostruire ciò che non c’era più. Il rifugio Soria Ellena aveva riaperto leggermente in ritardo, il 19 giugno, ma era riuscito a ripartire.
 
Questa nuova tempesta, che ha preso il nome di Aline, si è abbattuta con violenza sulla zona del parco delle Alpi Marittime tra il 19 e il 20 ottobre, con punte di piogge di oltre 200 millimetri in poche ore e venti fortissimi. I danni registrati sono ingenti, negli scorsi giorni si è parlato di 3-4 milioni di euro, ma la stima è ancora provvisoria. Le segnalazioni sono ovunque su internet. “San Giacomo di Entracque. Rifugio Soria Ellena. Attenzione soprattutto nell’ultimo pezzo. C è stata un’alluvione ed è franata la montagna. Occorre passare tra le rocce cadute. Difficoltoso”, si legge sul sito Wikiloc e su molti altri utilizzati dagli escursionisti.
 
“La prossima settimana avremo un incontro per capire come agire perché non ci sono soldi. Si parla di iniziare i lavori questa primavera”, continua Galfrè. La stagione del rifugio Soria Ellena si è appena conclusa, ma “c’era la possibilità di aprire tra inverno e primavera per lo sci alpinismo. Purtroppo, però non sarà possibile. Noi saremo chiusi e, come noi, sicuramente altri. Difficilmente si potrà aprire. È un grave danno per tutta la valle”.       
 
Soprattutto in questi giorni che alcune regioni italiane sono in ginocchio a causa del mal tempo, ci si rende conto che servirebbero interventi strutturali per far fronte a quella che sta assumendo i tratti di un’emergenza che puntualmente si ripropone, causando danni ambientali, personali e soprattutto economici per chi continua a vivere quelle zone. La tempesta distrugge quello che incontra, e ogni volta tutto è da rifare.    

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