La produzione industriale in provincia di Cuneo nel I trimestre 2024 ha realizzato una variazione del +0,4% rispetto all’analogo periodo del 2023, migliore rispetto al dato regionale (-0,4%), riportandosi ai valori medi del 2019 (+0,8%). Risultato, quello cuneese, che mostra come le imprese del territorio abbiano dimostrato una buona capacità di resistenza e reazione a fronte degli shock degli ultimi anni caratterizzati da inflazione e prezzi oscillanti, conseguenze derivanti dall’invasione russo-ucraina, dal più recente conflitto israelo-palestinese e da una situazione geopolitica internazionale incerta e in continuo divenire.
Il risultato emerge dalla 210ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali nei mesi di aprile e maggio 2024 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2024. La ricerca ha coinvolto 1.819 imprese industriali piemontesi, di cui 275 cuneesi che vantano 13.538 addetti e un valore di oltre 3,7 miliardi di euro di fatturato.
Nel I trimestre 2024 il rilancio dell’output si associa ai risultati positivi di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. A fronte di un fatturato totale del +0,6%, gli ordinativi interni registrano un +0,5% e anche la dinamica sui mercati stranieri risulta buona con un fatturato estero del +2,8% accompagnato da ordinativi esteri stabili. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 63,26%.
Nel I primo trimestre 2024 mostrano un segno positivo le industrie alimentari che riportano un +1,3% e le altre industrie manifatturiere +0,5%, mentre le industrie metalmeccaniche sono sostanzialmente stabili con -0,1%, cala invece in maniera sensibile il settore tessile-abbigliamento-calzature che registra un -7,2%.
Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa emerge come in termini di output prodotto solo alcune tipologie di impresa abbiano riportato risultati positivi. La variazione tendenziale della produzione industriale registra +1,8% per le piccole imprese (10-49 addetti) e +1,3% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti), mentre il segno meno si regista nelle micro imprese (0-9 addetti) con -0,1% e nelle medie imprese (50-249 addetti) con -1,1%.
Le imprese della provincia di Cuneo e la transizione energetica
Al campione, costituito da 275 imprese manifatturiere cuneesi, è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative al tema della transizione energetica. Più della metà afferma di non essere interessato ad apportare modifiche nei processi produttivi in ottica di efficientamento e transizione energetica. Chi lo è predilige l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica dei propri impianti. Solo un terzo degli intervistati utilizza energia elettrica autoprodotta, attraverso il fotovoltaico.
La pressoché totalità delle aziende oggetto dell’indagine sostiene di non disporre di una figura professionale specifica che si dedichi alla materia, e 7 su 10 affermano di non prevedere assunzioni di nuovo personale dedicato a tali mansioni nei prossimi anni. I principali ostacoli che frenano l’impresa dall’effettuare investimenti vanno ricercati, per il 75% del campione, nei costi di investimento troppo alti e, per il 37%, nella complessità burocratica e ammnistrativa.
Sei imprese su dieci sono concordi nel ritenere che i principali benefici che si possono trarre da questo tipo di investimento risiedono nei minori costi operativi connessi ai più bassi consumi energetici. Oltre il 40% del campione non conosce la CER (Comunità Energetica Rinnovabile); altrettanti si dicono di non essere interessati a farne parte, mentre un gruppo minoritario vorrebbe invece parteciparvi.