Riceviamo e pubblichiamo una lettera al direttore sottoscritta da alcuni sindaci della provincia in risposta a presidente e direttore dell'Ato 4.
Gentile direttore,
in riferimento alla comunicazione del direttore e del presidente dell’Ato4, Bruna Sibille, i sottoscritti sindaci della provincia di Cuneo ritengono doveroso fare alcune precisazioni.
La sig.a Sibille sostiene che “la carenza d’informazioni e dati certi, lamentata dal sindaco Icardi, non corrisponda al vero e che L’Ente d’Ambito abbia sempre fornito ogni elemento utile di valutazione sia in riscontro a specifiche richieste, sia nei numerosissimi incontri con Comuni e Unioni Montane, che hanno accompagnato la costruzione del Piano d’Ambito per tutto il 2017, e anche per tramite dei Conferenzieri.”
“La carenza d’informazioni e di dati certi, necessari per una scelta consapevole, è stata lamentata nell’assemblea Ato4 del 28 marzo non solo dal sottoscritto – commenta il sindaco di Santo Stefano Belbo, Luigi Genesio Icardi - ma anche da molti altri sindaci presenti. E’ stata addirittura suffragata dalle affermazioni della stessa presidente dell’Ato4, Bruna Sibille, che il 24 marzo a Barolo, in una pubblica assemblea davanti a decine di sindaci, ha affermato <<Abbiamo dovuto fare un piano d’ambito al buio>>, per la necessità di una sua urgente approvazione, sollecitata dall’Authority, Aeegsi (ora Arera). Cioè la sig.a Sibille ammette pubblicamente che il piano d’ambito è stato redatto senza disporre di sufficienti informazioni e approfondimenti, tuttavia dopo soli 10 giorni, incredibilmente, ha l’impudenza di negarlo, accusandomi anche di mentire. Un comportamento di questo genere non mi pare deontologicamente compatibile con l’incarico di responsabilità ricoperto dalla presidente dell’Ato4, che confonde le schermaglie politiche con l’assunzione di decisioni di fondamentale importanza per tutto il territorio provinciale.
Parliamo di un procedimento complesso che coinvolge l’approvazione del piano d’ambito, la scelta di affidamento e del modello gestionale nel quale devono avere rilevanza solo i fatti, i documenti e non prese di posizione a priori, verosimilmente dettate da motivazioni ideologico-politiche, che hanno ‘messo il carro davanti ai buoi’ cercando poi di trovare una giustificazione amministrativa a quella che è stata, a tutti gli effetti, una decisione esclusivamente politica. La disinformazione ha governato tutta la vicenda e una delle vittime è il diritto dei membri dell’Assemblea di assumere le proprie decisioni sulla base d’informazioni e dati certi, validati, conosciuti da tutti con congruo anticipo e in piena trasparenza, come garantito per tutti gli organi collegiali. Questo dovrebbe essere oggetto di attenta riflessione per tutti.”
“Durante l’assemblea del 28 marzo – prosegue Enrico Faccenda, sindaco di Canale e Conferenziere dell’Ato4 - i tanti sindaci presenti non hanno potuto scegliere nel pieno interesse dei propri cittadini, che desiderano avere un buon servizio al prezzo giusto e, logicamente, dell’acqua di qualità. Questo perché i parametri di valutazione e confronto dei tre sistemi di gestione, i famosi “dati” attesi per aiutare gli amministratori nelle decisioni, non sono mai stati approfonditi con la dovuta attenzione. Rimane lo sconcerto per una decisione presa sull’onda ideologica piuttosto che tecnica. Vorrei fare alcune considerazioni sui dati economici forniti perché, personalmente, considero una grande ingenuità o una palese malafede le considerazioni di alcuni sindaci di città importanti riguardanti i benefici economici che il modello scelto dovrebbe riservare al termine dei trent’anni di affidamento: qualsiasi persona avvezza ad un minimo livello amministrativo, o comunque qualsiasi persona che voglia utilizzare un po’ di buon senso, è certa che la previsione economica, con un lasso di tempo così ampio, non è attendibile.”
“Trovo davvero inqualificabile la lettera della presidente Sibille – aggiunge Roberta Barbero, sindaco di Marene e Conferenziere dell’Ato4 – e ricordo alla presidente che l’otto marzo scorso si era personalmente assunta l’impegno – mai onorato – di istituire un tavolo di lavoro, dove dovevano essere forniti i dati necessari a effettuare tutte le valutazioni per una scelta ponderata e ragionata sulla futura tipologia di gestione dell’acqua. Dal 2015 si sono sempre e solo chiesti dati, informazioni e analisi comparative dei modelli gestionali, ma né i rappresentanti delle aree omogenee, né tantomeno i sindaci li hanno mai visti. Non solo, l’otto marzo scorso almeno quattro conferenzieri, tra cui la sottoscritta, avrebbero votato contro l’approvazione del piano d’ambito, ma la presidente Sibille ci pregò di astenerci, per mantenere compatta la Provincia, con la promessa di fornire i dati e le informazioni richieste. Pertanto, è sicuramente vero il fatto che non risultano agli atti d’ufficio dell’Ato4 note inevase, ma solo perché siamo stati ingenui e non abbiamo fatto una richiesta scritta: ci siamo sempre fidati perché siamo onesti e la parola data a casa nostra, nei nostri Comuni conta ancora anche se non è scritta su carta.”
“Quindi ringraziamo l’Ato4 – conclude Roberta Barbero - per la massima e doverosa disponibilità a proseguire insieme nel percorso di costruzione del gestore unico della Provincia di Cuneo e vi assicuriamo la nostra disponibilità a voler continuare a lavorare in nome e per conto del bene dei nostri cittadini e non per un partito politico come fatto da alcuni di voi con arroganza.”
“Stiamo andando verso una gestione totalmente pubblica, ma al buio, senza aver avuto congrue informazioni e certezze – prosegue Valter Roattino, sindaco di Vicoforte, presidente dell’Unione Montana del Monte Regale e Conferenziere Ato4 - e un amministratore serio non può far finta di nulla, occorre pensare meno alla politica e di più ai cittadini. Non posso pensare che tra un po’ di anni, quando io non sarò più sindaco, i miei cittadini ne abbiano pesanti conseguenze, senza alcuna colpa. Anche i dati della votazione la dicono lunga, 119 sindaci favorevoli su 250. E’ stato detto in assemblea che la gestione con una società mista pubblico-privata avrebbe comportato una gara europea con la seria possibilità di veder vincere una società estera, francese o una torinese, ecc… E dunque qual è il problema? Bisogna costruire bene i bandi di gara, mettere in chiaro tutte le condizioni e vinca chi fa la migliore offerta per il territorio e per i cittadini. Credo che si sia anche mancato di rispetto alle società della nostra provincia che da 30 anni gestiscono l’acqua e possono tranquillamente partecipare alle gare con buone possibilità di aggiudicazione.”
"L'acqua è un bene pubblico e va tutelato anche e soprattutto nella gestione, – conclude Federico Gregorio, sindaco di Narzole - non possiamo creare dal nulla, senza risorse, un carrozzone "pubblico" che rischia di gravare sulle casse dei nostri comuni. Siamo consapevoli di essere amministratori pro tempore e pertanto lasciare delle eredità difficili da gestire e magari anche complicate non è da noi cuneesi. L'espressione favorevole di solo 119 sindaci su 250 nel corso dell'assemblea mi fa riflettere molto e aumenta nell'opinione pubblica i dubbi sulla bontà economica di un'operazione, che avrà un giro d'affari di quasi 3 miliardi di euro tra tariffa ed investimenti nei prossimi 30 anni, deliberata senza sufficienti informazioni e consapevolezza. Abbiamo già mille difficoltà nel gestire i bisogni delle nostre comunità, non facciamo scelte avventate e prive di ogni logica economica. I conseguenti aumenti delle tariffe graveranno sulle famiglie e sulle imprese che già faticano in molti casi a gestire i costi nella quotidianità. Deve essere fatta un’ulteriore riflessione. Nessuno ha la verità in tasca, tantomeno chi vuole imporla agli altri attraverso i mass-media!"
Luigi Genesio Icardi
Sindaco di Santo Stefano Belbo
Enrico Faccenda
Sindaco di Canale
Roberta Barbero
Sindaco di Marene
Valter Roattino
Sindaco di Vicoforte
Federico Gregorio
Sindaco di Narzole