CUNEO - L’acqua del Piemonte non è buona come pensiamo

Alla regione il triste record per livelli di non conformità nelle acque sotterranee: lo dice il rapporto Osservasalute 2022. A rimetterci sono la salute e il turismo

Micol Maccario 27/06/2023 08:28

Tanti sono i fattori che contribuiscono a garantire un elevato standard di benessere alle persone. Tra questi ci sono elementi riconducibili all’ambiente, come la qualità dell’acqua. In Italia, nel 2020 sono stati condotti 13.600 campionamenti per verificare l’eventuale presenza di pesticidi nelle acque. E, dai risultati, è emerso che l’acqua piemontese non è così buona come spesso si crede. A dirlo è il “Rapporto Osservasalute 2022. Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane”, che indaga molteplici ambiti connessi alla salute: dall’efficienza della sanità pubblica alla crescita demografica.
 
Nel gruppo dei pesticidi rientrano differenti sostanze chimiche “impiegate per combattere o controllare gli organismi nocivi. Trovano un largo impiego in agricoltura dove sono utilizzati sia per difendere le colture da parassiti (soprattutto insetti e acari) e patogeni (batteri, virus e funghi), sia per controllare lo sviluppo di piante infestanti ed assicurare l’ottenimento di elevati standard di qualità dei prodotti agricoli”, si legge nel report. Analizzando nello specifico la situazione della salubrità dell’acqua, a livello nazionale, la maggiore presenza di pesticidi si riscontra nelle acque superficiali (55,1%) rispetto a quelle profonde (23,3%).
 
Le regioni in cui si rilevano i livelli più elevati di non conformità per le acque superficiali sono Umbria, Puglia e Piemonte (in quest’ultima le acque superficiali contaminate, tra quelle monitorate, superano il 70%). Per quanto riguarda le acque sotterranee, invece, i livelli di non conformità vedono la regione Piemonte sul primo gradino del podio, seguita da Abruzzo, Liguria e Veneto.
 
Il report Osservasalute analizza anche le acque di balneazione. In questo gruppo non rientrano unicamente le acque marine, ma anche quelle dolci di superficie, correnti (fiumi e ruscelli) e acque di lago, dove è possibile fare il bagno e praticare sport o attività ricreative. Nelle acque marino-costiere della penisola è nota da alcuni anni la presenza di alghe tossiche che causano sintomi simili a quelli dell’influenza, difficoltà respiratorie e irritazione degli occhi o della pelle. Ulteriori rischi sono connessi alla presenza di inquinanti chimici e metalli pesanti (come il mercurio), che possono arrivare nelle acque di balneazione per cause naturali o connesse all’uomo. Negli ultimi anni, una fonte di inquinamento è legata ai mozziconi di sigaretta e alle plastiche (buste e bottigliette in particolare), i principali rifiuti che è possibile trovare sulle spiagge. Ad oggi, non è ancora dato conoscere tutti gli effetti negativi di questi materiali sul corpo umano, ma la letteratura scientifica concorda nell’affermare che non siano indifferenti all’uomo.
 
In Italia però si evidenzia un elemento incoraggiante: dai risultati emersi, molte delle aree adibite a balneazione hanno una qualità delle acque eccellente. In questo senso lo Stato italiano si avvicina all’obiettivo che prevede la normativa dell’Unione Europea, secondo cui tutti i siti delle acque di balneazione dovrebbero avere una qualità almeno sufficiente. Nella quasi totalità delle regioni però ci sono luoghi con acque scarse o non classificate. Questo fattore impedisce per ora il conseguimento totale dell’obiettivo. Un dato positivo vede l’Italia al primo posto in Unione Europea per numero di siti con balneabilità eccellente.
 
A livello nazionale, al primo posto c’è la Puglia con il 99% delle acque eccellenti, seguita dalla Sardegna (97,3%) e dalla Toscana (96%). Il Piemonte non rientra tra le regioni virtuose. Al contrario, è stata rilevata un’alta percentuale di acque di scarsa qualità in Abruzzo (8,3%) e in Piemonte (4,4%). Sul territorio regionale, il 4,4% delle acque è considerata di qualità scarsa, il 13,2% sufficiente, il 24,2% buona e appena il 56,0% eccellente. Se l’Italia sta facendo passi in avanti per cercare di migliorare la qualità delle acque della penisola, il Piemonte pare per molti aspetti rimanere ancora indietro. Non è un fattore da sottovalutare. Le acque di balneazione pulite, infatti, sono fondamentali per tutelare la salute pubblica e ambientale. In più, possono rappresentare un’importante risorsa economica perché spesso diventano sede di mete turistiche.

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