Nei 620 anni di storia dell’Università di Torino non era mai accaduto che la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico si tenesse lontano dalla città che le dà il nome. L’onore di accogliere il rettore e i cattedratici in questa singolare trasferta è toccato per la prima volta a Cuneo, stamattina.
“Vi do con piacere e con orgoglio il benvenuto nella nostra città, che è la vostra città” ha esordito la sindaca Patrizia Manassero di fronte alla platea del teatro Toselli, ricordando che nelle sedi cittadine trovano posto 11 corsi di laurea e una scuola di specializzazione. A Cuneo gravitano circa 1700 studenti fra i 3200 della provincia e una settantina di docenti condivisi con le altre sedi. La convenzione, rinnovata nel 2021, assicura questa presenza per almeno altri vent’anni: “La prima fase è servita a far nascere e crescere la sede cuneese con risultati benefici, ora abbiamo grandi attese per la fase ‘giovane adulta’ dell’università cuneese”.
Servono investimenti, naturalmente, a cominciare da quelli sulle strutture: “Forse queste ultime sono poche, lo sappiamo e come comune stiamo lavorando per risistemare 132 unità abitative grazie al filone di finanziamento Pinqua, con l’intenzione di destinarne una parte proprio all’accoglienza degli studenti fuorisede”. “Ma vorremmo - aggiunge la prima cittadina - che insieme facessimo di più per garantire agli studenti la possibilità di non dover viaggiare, rendere più facile e fruibile il loro percorso accademico, ma rendere anche più attrattiva la sede di Cuneo a chi arriva da più lontano”. La città tra i due fiumi, che ambisce a diventare “una città universitaria a tutto tondo”, guarda con interesse al progetto Unita-Universitas Montium di cui Torino è capofila, insieme a 12 atenei di 7 Paesi.
A rendere “più accogliente e vivace” il tessuto urbano sarà la nuova biblioteca di palazzo Santa Croce: “Vorremmo diventasse un ‘polmone culturale’ anche per l’università”. E in prospettiva il nuovo hub ospedaliero, destinato ad essere il secondo in Piemonte: “Una trasformazione che ci interroga come città, ma che credo potrà avere un significato e delle ricadute anche sui corsi di laurea”. Poi ci sono le note dolenti, a cominciare dalla presenza di trasporti ferroviari “efficaci ed efficienti”: “Non li abbiamo, continuiamo a farci sentire per averli. Ne trarrà beneficio anche la vitalità accademica”.
La scelta di inaugurare l’anno accademico a Cuneo, spiega il rettore Stefano Geuna, risponde a un’impostazione “multicentrica” dell’ateneo: “Non si tratta più di portare doppioni di corsi di Torino qui, ma costruire qui corsi che non sono a Torino: una differenza enorme”. Prossimo all’addio, nel quinto dei suoi sei anni di mandato, il “magnifico” si è concesso varie riflessioni sullo stato di salute dell’istituzione: “Il nostro ateneo ha guadagnato 15mila studenti negli ultimi dieci anni ma vediamo il calo. Nell’ultimo triennio si è scesi da percentuali a due cifre a un 1% nell’ultimo anno”. Per un’università con 85mila iscritti non è per forza un male, ma occorre prepararsi all’inverno demografico: “La soluzione è aumentare il tasso di accesso all’università e su questo possiamo fare molto, perché sappiamo che l’Italia è il fanalino di coda europeo”.
Geuna rivendica come fiori all’occhiello della sua amministrazione il “cambio di passo” sull’orientamento e sui fondi di ricerca (“in tre anni abbiamo raddoppiato il numero di progetti vinti”), senza nascondersi le ombre. Su tutte, le denunce recenti su episodi di violenza di genere in università: “Studentesse e studenti hanno fatto sentire la loro voce e voglio ribadire con forza, a nome mio e di tutta la comunità accademica, che quelle voci non solo non andranno inascoltate, ma saranno di stimolo per cambiare le cose coi fatti”. Non solo con la repressione dei comportamenti sbagliati, assicura: “Vogliamo creare un ambiente in cui episodi di questo tipo non si verifichino più”.
In anteprima al Toselli il rettore ha svelato il logo che accompagnerà i festeggiamenti per i 620 anni dell’Università di Torino: “Ci saranno tante iniziative in tutti i territori. L’impegno è rivelare i tesori nascosti dell’ateneo, una revisione profonda del sistema museale con investimenti importanti anche sull’edilizia”. Tra gli eventi in programma una mostra sull’Archivio storico tecnologico dell’università, da anni inaccessibile, un’iniziativa nel cortile del rettorato dedicata alle figure accademiche femminili e uno spettacolo teatrale sull’umanista Erasmo da Rotterdam, uno dei più celebri laureati dell’accademia subalpina.