“La Tac che inauguriamo oggi fa parte di quelle apparecchiature, in gran parte finanziate dalla Fondazione, che hanno consentito al S. Croce di essere ospedale all’avanguardia”. Corrado Bedogni, direttore generale dell’azienda ospedaliera S. Croce e Carle, ricorda un lungo elenco di apparecchiature acquistate dalla CRC, negli ultimi vent’anni. Nel lungo elenco c’è la CT-Pet del 2002, la prima pubblica in Piemonte, la sala ibrida, le gamma camere computerizzate, la risonanza del 2011 e il robot “Da Vinci”.
Aggiunge Bedogni: “Dal 2016 possiamo contare su finanziamenti in conto capitale, nel 2017 disponiamo di 1,7 milioni di avanzo che la Regione ci ha autorizzato ad impiegare in investimenti e acquisto di attrezzature. Li destineremo alla nuova piastra endoscopica e alla ristrutturazione dell’area cardiologica.”
Anche il sindaco di Cuneo Federico Borgna sottolinea il “segnale di attenzione della locale Fondazione, che è servito ad incidere sulla qualità della vita di molte persone.”
Un aspetto ripreso dallo stesso presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta: “Dai cittadini che utilizzano i servizi del nostro ospedale abbiamo ritorni positivi, anche in termini di umanità, cosa che ci conforta e conferma nelle nostre convinzioni. Quanto potremo fare per valorizzare la percezione dei cittadini rispetto all’ospedale, lo faremo.”
La nuova apparecchiatura sostituisce quella del 2000, che fu il primo acceleratore pubblico d’Italia, anch’esso acquistato dalla Fondazione. Ogni anno si contano più di 1200 esami. Elvio Russi, è il direttore della Radioterapia del S. Croce: “Sarebbe previsto un acceleratore per ogni 140 mila abitanti, ne abbiamo uno ogni 300 mila, ma finora siamo sempre riusciti a far fronte alla domanda. La radioterapia lavora molto su immagini: occorrono quindi professionalità e tecnologia avanzate. Il Tac simulatore, acquisendo l'immagine tridimensionale del paziente nella posizione di trattamento permette di "simulare" le varie possibilità di irradiazione e, quindi, permette ai professionisti di scegliere il radiotrattamento ottimale in cui la radiazione viene guidata verso il tumore attraverso le vie più convenienti a non ledere i tessuti sani. È come se l’apparecchiatura permettesse di riprodurre una sala operatoria virtuale in cui simulare preventivamente i vari tipi di intervento radioablativi del tumore e sceglierne il più sicuro per un determinato paziente. Certo non sostituisce l'arte medica, ma una buona radioterapia senza un buon Tac simulatore è come una buona chirurgia senza un'attrezzata sala operatoria”.
L’assessore Saitta, accompagnato dal consigliere regionale Paolo Allemano, ha rimarcato la sensibilità della CRC nei confronti della Sanità: “Con il presidente Genta abbiamo stabilito di verificare le richieste che pervengono alla Fondazione con gli atti di programmazione regionale, per tenere sotto controllo il sistema.” Poi richiama la necessità che, dopo aver messo i conti a posto, si faccia un passo avanti, investendo in tecnologia, anche attraverso nuove formule. Come l’iniziativa in atto presso l’azienda ospedaliera di Novara, dove si sta tentando di avviare investimenti attraverso un partenariato pubblico-privato.