CUNEO - Lavori antisismici al Carle, si va avanti fino al 2026. Presto una soluzione per il bar

Alla ditta MIT di Nichelino sono appaltati gli interventi per 5,6 milioni. Tranchida: “Abbiamo fondi anche per il Santa Croce, il problema è organizzare gli spazi”

Andrea Cascioli 20/01/2025 16:55

La data di consegna prevista è marzo 2026, mese più, mese meno, tenuto conto comunque che si tratta di lavori vincolati alle scadenze del Pnrr. Per l’adeguamento antisismico dell’ospedale Carle di Cuneo sono stanziati 5,6 milioni: un intervento necessario su un edificio, vincolato dalla Soprintendenza, vecchio di cento anni. I primi due blocchi di quello che era allora un sanatorio per infettivi e turbercolotici vennero messi in funzione nel 1914, il progetto definitivo arrivò negli anni Trenta.
 
L’attuale intervento, iniziato a novembre, ha richiesto di trasferire uffici e reparti in un terzo dell’ospedale. La chiusura del bar al pianterreno, subito dopo l’ingresso storico (anche quello spostato), ha suscitato qualche malumore. Il direttore generale dell’Aso Livio Tranchida assicura che su questo si sta cercando una soluzione a breve: “Abbiamo individuato un paio di aree potenzialmente adatte: gli uffici stanno facendo valutazioni, la ditta La Serenissima - che ha l’appalto per la gestione del bar - è coinvolta. Dobbiamo capire i costi necessari per mettere a norma questi spazi, nel frattempo ci sono le macchinette sui piani. Nei prossimi giorni ci saranno novità”.
 
Quanto alla ristrutturazione, Tranchida assicura che “un monitoraggio continuo consente di rispettare il cronoprogramma e fare fronte a eventuali imprevisti”. A gestire l’appalto è un’azienda torinese, la MIT di Nichelino. Il geometra Aldo Petrone ricopre il ruolo di capo cantiere: “La struttura - spiega - si legherà dalle fondamenta fino al tetto, che verrà a sua volta rifatto rimuovendo tutta la parte vecchia non antisismica”. Il problema principale, infatti, è che l’edificio ha subito vari interventi nel tempo, slegati tra loro.
 
Oltre allo spostamento del servizio di vigilanza (Coge) e della portineria, sul blocco A, si è intervenuti sugli spazi che ospitavano la libera professione intramoenia al secondo piano. Nella cappella, anch’essa “svuotata”, è stato conservato intatto l’altare. L’attuale mensa al terzo piano è stata ricavata, insieme alla sua zona cottura, in locali che erano in precedenza adibiti alla formazione.
 
Per analoghi interventi antisismici al Santa Croce sono a disposizione oltre 30 milioni di euro. Fondi di cui l’azienda ospedaliera ha chiesto il rinnovo, onde evitare la decadenza: “Il tema sarà quello di organizzare gli spazi” fa sapere Tranchida.

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