Lo studio, promosso dal Centro Studi e Innovazione della Fondazione CRC, è stato svolto in collaborazione con Fondazione ADAPT tra il 2019 e il 2020 e presenta una lettura aggiornata dei rapporti esistenti tra gli enti formativi più avanzati presenti sul territorio e le imprese. In particolare, la chiave di lettura usata è quella dell’ecosistema territoriale della formazione e dell’innovazione, ossia quel complesso sistema di relazioni fra aziende, da una parte, e università, politecnici, ITS, competence center, poli di innovazione, dall’altra, per costruire insieme i percorsi formativi che servono al tessuto produttivo e dotare il territorio del capitale umano necessario a generare continua innovazione. A fare da cornice, le indicazioni europee in merito all’alta formazione e gli obiettivi di crescita delle competenze che i paesi europei devono perseguire. Infine, viene proposta una mappatura dei fabbisogni professionali delle imprese emersa dal questionario che ha indagato le competenze richieste dalle imprese cuneesi, così come l’attuale offerta di lauree magistrali, master, dottorati di ricerca e diplomi ITS presenti sul territorio.
I PRINCIPALI RISULTATI
La ricerca propone una serie di evidenze utili al dibattito e alla progettazione futura dei corsi di alta formazione. Primo, la provincia di Cuneo dimostra performance migliori della media regionale e nazionale in termini sia di tasso di occupazione giovanile (54,3% del totale, contro il 46,4% della popolazione piemontese e il 39,1% nazionale) sia di tasso di disoccupazione e inattività giovanile. Secondo, il territorio cuneese presenta un numero di start up innovative inferiore solo a quello della provincia di Torino e, più in generale, vive un momento di forte espansione di realtà produttive protagoniste di innovazione, testimoniato dalla migliore crescita regionale di imprese innovative. Terzo, nel settore agroalimentare, è fortemente consolidata l’alleanza tra mondo formativo e mondo produttivo: l’Università di Scienze Gastronomiche, l’Università di Torino e l’ITS Agroalimentare, infatti, propongono un’offerta di corsi di alta formazione strettamente legata alle necessità delle imprese locali. Non solo: sono presenti anche numerosi programmi di ricerca (compreso un dottorato) con un forte indirizzo applicativo, non di base, dedicati alla generazione di nuovi sistemi di conservazione, di distribuzione dei prodotti e alla sostenibilità dei processi.
Quarto, il 38% delle imprese rileva un disallineamento tra le competenze richieste per l’esecuzione della mansione e quelle offerte dai candidati in fase di assunzione, percentuale che aumenta per le soft skill (le competenze comportamentali e di interazione con l’ambiente di lavoro). Questo dato si rivela leggermente meno critico se si tiene in conto che, come emerge sempre dal questionario, le imprese sostengono che molte delle competenze necessarie sono acquisibili solo sul posto di lavoro. Quinto, le collaborazioni tra enti formativi e imprese in provincia di Cuneo sono ancora a spot, ossia legate a necessità di breve periodo dell’impresa, mentre sarebbe più utile avere una partnership strutturata e di più ampio respiro, elemento essenziale di un ecosistema della formazione.
Il lavoro conclude con alcuni suggerimenti per potenziare e favorire la collaborazione tra imprese e sistema dell’alta formazione. Tra queste, la creazione di un Osservatorio Territoriale delle Competenze, che serva non solo alla soluzione del mismatch tra domanda e offerta, ma soprattutto ad anticipare le tendenze future della domanda di competenze. Infine, un’Alleanza dell’apprendistato, ossia una forte azione di orientamento allo strumento dell’apprendistato, partendo da quello di primo livello sino a quello di alta formazione. L’utilizzo virtuoso di questo strumento potrà infatti favorire percorsi professionali consapevoli e aderenti alla realtà produttiva locale, così come aiuterà a contenere, se non ridurre, i fenomeni di dispersione scolastica e emigrazione formativa che la provincia di Cuneo dimostra in alcuni settori.
“Il Quaderno 41 ha come oggetto il sistema dell’alta formazione, elemento strategico per il futuro della comunità provinciale. La presentazione di questa ricerca − che ha portato attorno allo stesso tavolo Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Scienze Gastronomiche, ITS Agroalimentare del Piemonte, Competence Center, esperti di risorse umane e le voci di due giovani lavoratrici coinvolte nel sistema di alta formazione − rappresenta un’occasione unica per una riflessione allargata su questo tema, tanto più importante nell’attuale momento di ripartenza post pandemia” commenta Ezio Raviola, Vice Presidente della Fondazione CRC. “La Fondazione ribadisce il proprio impegno su competenze e innovazione, assi strategici al centro di una delle tre sfide individuate dal Piano Pluriennale 2021-24, sostenendo gli insediamenti locali degli enti di alta formazione e offrendo un contributo di approfondimento e analisi attraverso le ricerche promosse dal Centro Studi”.
“Nell’economia della conoscenza, il capitale umano costituisce un fattore strategico essenziale per la competitività delle imprese. La strutturazione dei percorsi di alta formazione, in particolare, non può prescindere dai nuovi saperi generati dalla digital economy, che contamineranno tutte le professioni. Abbattere i muri tra giovani e lavoro deve diventare la priorità nell’agenda del Paese e, di riflesso, della nostra provincia e delle nostre imprese. Confindustria Cuneo è in prima linea per ribadirlo con forza e offrire il suo contributo di visione, proposte, operatività, anche grazie ai risultati emersi dalla ricerca promossa dalla Fondazione CRC” aggiunge Mauro Gola, Presidente Confindustria Cuneo.
“I giovani rappresentano la fascia più pesantemente colpita dalla crisi causata dalla pandemia e sappiamo che questi effetti perdureranno ben oltre la fine della crisi stessa. In parallelo, nei prossimi anni una fetta molto importante di lavori, anche fino al 30%, vedranno un cambiamento delle mansioni svolte: ci troviamo di fronte a una trasformazione che richiederà velocità di adattamento, alta qualità del lavoro e capacità di garantire la sostenibilità delle transizioni in atto, con efficaci politiche del lavoro. Le competenze e la propensione all’innovazione, insieme a una regolazione e una contrattazione capaci di tenere il passo di un mondo che cambia, saranno ingredienti centrali per il futuro del nostro Paese” aggiunge Andrea Garnero, OCSE e Joint Research Center della Commissione Europea, che ha preso parte all’evento.
Il Quaderno 41 è scaricabile dalla pagina web
https://www.fondazionecrc.it/index.php/analisi-e- ricerche/quaderni. Il video della presentazione, con tutti gli interventi dei diversi relatori, è disponibile sulla pagina Facebook della Fondazione CRC. Chi fosse interessato a ricevere copia cartacea del Quaderno può richiederla scrivendo all’indirizzo centro.studi@fondazionecrc.it.