CUNEO - Lavoro, Rifondazione Comunista sostiene i referendum della Cgil

Si mira all’abolizione del Jobs Act e al ripristino dell’articolo 18 per i licenziamenti senza giusta causa: “Sfruttamento e insicurezza indegni di un Paese civile”

18/05/2024 17:44

Riceviamo e pubblichiamo:
 
Il nostro è il Paese nel quale le lavoratrici e i lavoratori hanno subito il peggior arretramento delle condizioni di vita e una perdita di diritti che non hanno eguali in Europa. I salari medi sono fermi a 30 anni fa, milioni di persone, specie giovani e donne vivono con retribuzioni che li condannano sotto la soglia di povertà. Disoccupazione, precarietà diffusa, part time obbligati, esternalizzazioni, finto lavoro autonomo, frantumazione delle figure contrattuali hanno reso il lavoro una merce e i lavoratori ricattabili e disponibili ad accettare salari, condizioni di sfruttamento e insicurezza sul lavoro indegni di un Paese civile.
 
È il risultato di 30 anni di attacchi portato avanti congiuntamente da imprese e governi finalizzati a redistribuire il reddito a favore dei profitti e delle rendite indebolire il movimento dei lavoratori in nome di un modello economico e produttivo fondato sui bassi salari e sullo sfruttamento intensivo del lavoro. Così non solo si è messa la costituzione fuori dai cancelli delle fabbriche dei luoghi di lavoro e sono aumentate a dismisura le disuguaglianze, ma si sono realizzate le condizioni del declino economico del Paese, della divergenza sempre più accentuata dell’Italia dalle altre economie europee e del sud dal nord del Paese.
 
Il governo in carica ha già mostrato di voler continuare a colpire redditi e diritti di chi lavora attraverso un allargamento della precarietà, una fiscalità che favorisce una minoranza sempre più ricca, nuove privatizzazioni, la riduzione del salario indiretto attraverso i tagli alla spesa pubblica. È chiaro che solo con una nuova grande stagione di lotte si potranno riconquistare i diritti e le condizioni di vita e lavoro perdute. I referendum della Cgil per il ripristino dell’articolo 18 per i licenziamenti senza giusta causa, per limitare l’estensione della precarietà e per la sicurezza sul lavoro negli appalti e subappalti possono rimettere al centro dello scontro politico i diritti delle classi lavoratrici e in particolare delle generazioni più giovani.
 
I referendum su cui si voterà il prossimo anno dovranno raggiungere il quorum e quindi sarà necessario che si sviluppi la più ampia convergenza in una campagna che non è solo sindacale ma per l’attuazione dei principi della nostra Costituzione. Per queste ragioni come partito della classe lavoratrice sentiamo il dovere di sostenere i quesiti con il massimo impegno.
 
Solo con un forte intreccio tra battaglia istituzionale e un fitto calendario di lotte generali e locali in un percorso che sappia unire tutto il mondo del lavoro, i soggetti colpiti nei redditi e nei diritti e tutti i movimenti di lotta sarà possibile contrastare la deriva in atto e creare le condizioni per la vittoria referendaria. Con questi obiettivi Rifondazione Comunista sosterrà e sottoscriverà i referendum promossi dalla Cgil.
 
 
Rifondazione Comunista - Federazione di Cuneo

c.s.

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