CUNEO - “Le azioni contro il caporalato sono necessarie, ma non si può generalizzare in modo semplicistico"

L'appello dei vertici provinciali di Coldiretti: "Servono azioni concrete della Regione per il comparto made in Granda"

15/12/2021 16:05

“Certo le azioni contro il caporalato sono necessarie, ma non si può generalizzare in modo così semplicistico. I nostri produttori frutticoli ringrazieranno solo quando la Regione, con questo stesso piglio, metterà in campo azioni e risorse concrete per il comparto che, invece, non ha avuto contributi circa le gelate subite nella scorsa primavera, nulla rispetto alla decontribuzione, è stato tra quelli meno aiutati durante l’emergenza sanitaria e continua a lavorare sotto i costi di produzione”. È quanto commenta Roberto Moncalvo Delegato Confederale Coldiretti Cuneo rispetto alla decisione della Giunta di dare il via libera ad una manifestazione di interesse al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per partecipare, come capofila tra le Regioni, all'assegnazione di 4 milioni di euro da destinare alla lotta contro il caporalato.
 
“Sono oltre 3 anni – continua Moncalvo – che evidenziamo le problematiche del frutticolo alla Giunta, ma non si è vista nessuna attività concreta, nessun sostegno nonostante avessimo già portato alla luce le difficoltà  durante lo specifico evento Frutta e Legalità, che avevamo organizzato nel giugno 2019. Stiamo parlando di un comparto che nella Granda ha un fatturato di oltre 260 milioni di euro (senza contare l’indotto) con una superficie di 14.000 ettari e 3.500 aziende che producono circa 618.177 tonnellate di frutta fresca e proprio nella nostra Provincia”.
 
“Storicamente la Granda – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo –  ha una lunghissima tradizione di accoglienza verso i lavoratori nelle campagne che inizia nel dopoguerra. Grazie alla collaborazione con tanti amministratori locali la nostra Provincia, ed in particolare il Saluzzese, è un esempio da seguire. È ora di smettere di strumentalizzare il ruolo fondamentale delle aziende frutticole che, anche in un frangente tanto delicato come questo, offrono da decenni lavoro a migliaia di stagionali senza mai sottrarsi al tema dell’ospitalità. Il 90% dei braccianti extracomunitari, stiamo parlando di circa 4.800 persone, trova sistemazione direttamente presso i produttori agricoli che provvedono in autonomia a realizzare alloggi in cui ospitarli con risorse proprie e con pochi altri aiuti”. 
 

c.s.

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