“Non essere presi in considerazione dal Governo fa male”. Alla manifestazione organizzata questa mattina da Confartigianato Cuneo in piazza Galimberti contro le misure di contrasto al diffondersi della pandemia contenute nel Dpcm emanato domenica scorsa c’era anche il mondo delle discoteche e dell'intrattenimento notturno.
Indubbiamente una delle categorie più penalizzate dalle decisioni di Palazzo Chigi e che, dalla Granda, ha voluto far sentire la propria voce per bocca di Andrea Maiolo, meglio conosciuto come ‘Iolo’, titolare del Palà di Boves. Anche lui all’ombra della statua di Giuseppe Barbaroux per protestare, senza sindacare sul provvedimento, ma chiedendo più aiuti economici. “Il 22 febbraio scorso abbiamo fatto l’ultima sera - spiega il direttore della discoteca bovesana - . Giustamente o no? Non è questo il punto. Il problema principale è che non siamo mai stati presi in considerazione dal Governo, si parla di noi solo come untori o come diffusori di criminalità”. “Prima di tutto siamo imprenditori che cercano di regalare divertimento ai ragazzi - prosegue il manager -. Ci guadagnamo il pane con quest’attività. Vengono dati contributi ad altri, mentre noi non siamo mai menzionati”.
Al momento nel decreto ristori non ci sono certezze. “Bisogna vedere i cavilli - spiega ancora Maiolo -, probabilmente si riferisce al periodo tra maggio e luglio, ma noi in quel periodo non siamo attivi, siamo un locale invernale e d’estate non abbiamo fatturato”.
"Ci sono categorie che sono state dimenticate - gli fa eco il presidente di Confcommercio Cuneo, Luca Chiapella -, i locali da ballo sono tra queste. Alcuni di loro hanno avuto il contentino di riaprire sotto forma di ristorazione, ma è stato nuovamente costretto a chiudere. I ristori sono stati annunciati, ma ad ora non ci sono. Dovremo certamente tornare su questo argomento".
Il futuro è un’ipotesi.
Andrea Maiolo, titolare del Palà di Boves