CUNEO - Le erbacce? Si scovano col Gps. Il Comune di Cuneo pioniere in Italia

L’idea è quella di mappare i singoli punti in cui è consigliabile intervenire con il diserbo chimico: “Non demonizziamo il glifosate” avverte l’agronomo

Andrea Cascioli 12/10/2023 17:01

Una mappatura completa tramite Gps di tutte le aree in cui le erbacce prosperano indisturbate, per intervenire in maniera “chirurgica” con il diserbo chimico: il disegno del Comune di Cuneo è ambizioso, anche perché nessuna amministrazione finora ha tentato la via della geolocalizzazione delle piante infestanti. “Complimenti a chi ha avuto questa idea” dice Davide Mondino, l’agronomo chiamato a sovraintendere a questa impresa.
 
Ieri pomeriggio (mercoledì 11) è stato lui a illustrare ai consiglieri della quinta commissione il piano per il contenimento della vegetazione. Alcune piante, spiega, possono essere infestanti anche in pochissimi esemplari, perché allergeniche: è il caso delle graminacee o della parietaria. Altre sono tossiche per alcune specie animali, come il senecio, che costituisce un pericolo per i bovini ed è presente nel territorio comunale. Poi ci sono quelle ingombranti: il poligono del Giappone che prospera in corso Francia o l’ailanto, originario della Cina e cresciuto nel Parco Fluviale.
 
Dal 2014 l’Italia ha adottato il Piano di Azione Nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con l’obiettivo di ridurre al minimo la presenza della chimica nei campi agricoli ma anche nelle aree verdi, in particolare quelle frequentate da gruppi vulnerabili come donne incinte, bambini o anziani. Obiettivo lodevole, a patto però di non storcere troppo il naso se certi marciapiedi o angoli di strada sono più “verdi” di quanto dovrebbero: lo sfalcio meccanico non è sempre risolutivo e le risorse delle amministrazioni per questi servizi sono ridotte al lumicino. Basti pensare che a Cuneo, città capoluogo di 55mila abitanti, sono appena otto gli addetti - esterni - che se ne occupano su tutto il territorio comunale, come testimonia l’assessore al Verde Pubblico Gianfranco Demichelis.
 
La buona notizia è che ora la tecnologia può dare una mano: “Il lavoro che è stato fatto - spiega l’agronomo - è individuare le zone in cui l’erba dà più problemi: area per area, anche nel singolo marciapiede, abbiamo geolocalizzato le ‘fette’ che necessitavano di un trattamento. In certi casi è molto complicato decespugliare, soprattutto se piove: abbiamo quindi isolato i punti in cui è necessario diserbare”. In via monsignor Peano e in via Scagliosi, ad esempio, si trovano alcuni di questi “obiettivi mirati”: “Abbiamo dovuto escludere alcune aree marginali - ammette l’assessore - dove devo dire con tutta onestà che non siamo mai andati, perché non avremmo avuto le ore disponibili per farlo”. Un intervento misto di questo tipo garantisce però diversi vantaggi: “Avremo più passaggi col diserbo meccanico nelle aree in cui non possiamo assolutamente fare diserbo chimico. Questo aiuterà ad avere interventi più puntuali e più frequenti”. Per il resto, aggiunge Demichelis, “ho chiesto un impegno economico un po’ più importante, per avere maggiori risorse”.
 
Alle perplessità sull’impiego del glifosate, sollevate in particolare dal consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), ha risposto ancora l’agronomo Mondino: “Non mi sento di dire che il glifosate sia peggio degli altri fitosanitari, anzi secondo il ministero è il terzo migliore: infatti in città si può usare. Il metabolita contestato nel glifosate è presente in mille altri prodotti, a cominciare dai disinfettanti. Forse la ragione di questa ostilità è legata al fatto che questo prodotto fosse brevettato da Monsanto e correlato agli Ogm. Ma perché non si parla mai di altri diserbanti, che sono il vero problema delle falde acquifere?”.

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