CUNEO - Le esportazioni cuneesi segnano una crescita del 20%

I dati sono riferiti ai primi nove mesi dell'anno. L'agroalimentare continua a fare da traino

Redazione 13/12/2021 10:54

 
Cuneo si conferma al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, con il 18,4% delle vendite regionali fuori confine. La dinamica esibita nel periodo gennaio-settembre 2021 dalle esportazioni di merci cuneesi è apparsa simile a quella evidenziata a livello nazionale (+20,1%). Il dato è particolarmente positivo, non soltanto rispetto al 2020, segnato dall’emergenza sanitaria, ma anche rispetto al  2019. La crescita rispetto a due anni fa, anno in cui la nostra provincia fece segnare il record di esportazioni, è del 7,8%.
 
“I dati dell’export continuano ad essere molto positivi, superiori persino a quelli del 2019, anno che fece segnare il record assoluto delle esportazioni cuneesi e ci inducono a guardare il futuro con moderato ottimismo – sottolinea il presidente Mauro Gola - restano le criticità determinate dai rincari delle materie prime e dalla difficoltà di approvvigionamento. La pandemia ha messo in luce le fragilità del modello just in time che elimina le scorte e ha portato molte imprese a pensare a nuovi modelli di supply chain”.
 
La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-settembre 2021 è stata il risultato di andamenti positivi omogenei nei vari settori di specializzazione. Il comparto manifatturiero, che spiega il 94,4% dell’export cuneese, registra un aumento del 19,4%, seguito dall’ottimo risultato del comparto agricolo +30,5%. Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 35,7%, sia il settore trainante dell’export manifatturiero con il +15,5%, sebbene in questi nove mesi la performance migliore sia stata registrata dalla filiera dei metalli con +33,3%, seguita da quella del legno (+30,9%), dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+28,1%), dai mezzi di trasporto (+25,0%), dagli articoli in gomma (+23,5%) e dai macchinari e apparecchi n.c.a. (+19,0%). La chimica e farmaceutica (+9,4%) ha evidenziato un incremento minore, mentre i prodotti tessili (+0,7%) sono quelli che hanno risentito di una maggiore sofferenza.
 
Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,1% delle esportazioni provinciali, contro il 36,9% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stato del +19,2%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un +21,9%.
 
I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,1% e 15,7%. La Francia ha evidenziato una crescita del 17,7%, mentre il mercato tedesco del 19,4%. La Spagna, con una quota del 5,8%, ha registrato una variazione del +24,5%, mentre la Polonia con una quota del 4,9% ha riportato una variazione record del +42,1%.
 
Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco continuano ad essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 7,7% e il 5,3% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno realizzato una crescita del 30,4% e il Regno Unito del 16,3%. Si consolidano anche le vendite verso Svizzera (+16,2%), Russia (+36,8%), Canada (+20,8%), Cina (+7,8%), Australia (+23,9%) e Turchia (+13,8%).

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