Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio direttore,
c’era una volta… non dicono più niente i nomi del viceministro delle Infrastrutture Martinat, del presidente della Provincia Quaglia, di Revelli presidente della Sitraci, di Dardanello presidente della Camera di Commercio, del sen. Menardi segretario della Commissione Lavori Pubblici del Senato, dell’ing. Vassallo dirigente della Sezione Progetti Speciali della Provincia, che avevano fatto della questione grandi infrastrutture - fra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila - l’emblema della loro azione e del loro prestigio politico e professionale. Ma tornano in mente i loro nomi e le loro azioni di fronte alla ridda di notizie emerse nei recenti incontri in Piemonte del vicepremier Tajani con il governatore Cirio e i rappresentanti delle forze economiche piemontesi. Come sempre nelle grandi occasioni l’argomento sono le infrastrutture.
Per quanto riguarda Cuneo, sembra che le nostre prospettive e le nostre speranze si riducano all’agibilità del traforo di Tenda. E ci mancherebbe altro! Pensare che una volta si parlava, si discuteva, si progettava di Cuneo “cerniera del Piemonte” fra la Francia del Sud e la Pianura Padana. Certo la provincia di Cuneo non ha avuto in passato un “peso” politico adeguato al proprio ruolo produttivo ed economico-sociale, ma oggi rischia di averne ancora meno. Il governatore Cirio e la maggioranza di centrodestra regionale devono pur porsi di attuare il principio di intervenire in ogni singola provincia piemontese per le grandi infrastrutture. Si deve creare una rete programmatica e decisionale per fissare unitariamente una scala di priorità per quanto riguarda progetti ed interventi. L’esperienza dimostra che in merito non c’è esito risolutivo affidandosi alla sola azione di singoli esponenti politici o amministratori.
La questione dei valichi alpini attraverso le Alpi Marittime è prioritaria, ineludibile, improcrastinabile. I collegamenti angusti nell’area del territorio cuneese si sviluppano con aggravamenti di costi, perdite di tempo e difficoltà di percorso attraverso la S.S. 20 (Colle di Tenda, a destinazione turistica e di transito) e la S.S. 21 (Colle della Maddalena, semiparalizzata nel periodo invernale e con gravi difficoltà di percorrenza a causa del blocco della variante di Demonte).
La criticità dei collegamenti Piemonte-Francia meridionale persiste da decenni. Ha perciò il sapore della presa in giro tornare a denunciarla in occasione delle illustri visite di circostanza, senza manifestare la volontà di riprendere in considerazione il progetto Italia-Francia del 1993 di un nuovo valico alpino attraverso la valle Stura e il massiccio del Mercantour, sulla linea Pietraporzio-Barcellonette-Sisteron.
Adesso quasi ci consoliamo puntando sulla riapertura del Tenda bis. Mentre è l’ora di affermare una visione concreta delle opere strategiche da programmare. Magari il tunnel di Armo-Cantarana - il cui preforo pilota risale al lontano 1992 - che deve con la sistemazione definitiva della S.S. 28 della valle Tanaro ridurre chilometri e tempi di percorso e gli intasamenti del traffico fra la provincia di Cuneo e quella di Imperia. Attendiamo magari la precisa indicazione di invasi - già studiati per la fattibilità negli anni Novanta - per dare acqua vitale al territorio agricolo e per regolare le acque torrentizie in caso di piene e alluvioni.
La nuova mappa del potere cuneese è apparecchiata. Da quel che si dice in giro, oggi con Cirio, Costa, Robaldo la “forza” politica se si vuole c’è. Ci si aggiunge anche quella del ministro Crosetto. Idee chiare, volontà politica, unità di intenti: vediamo se è la volta buona...
Grazie per la pubblicazione, distintamente.
Paolo Chiarenza (ex consigliere provinciale), Ambrogio Invernizzi (ex assessore provinciale), Guido Giordana (sindaco di Valdieri), Alberto Anello (ex consigliere provinciale)