“Le piscine chiudono, il momento peggiore non è passato, è adesso”. Il grido di allarme arriva da Luca Albonico, presidente della Federazione Italiana Nuoto Piemonte e Valle d’Aosta e del Centro Sportivo Roero, società che gestisce le piscine di Cuneo, Alba, Savigliano, Sommariva Perno e Asti. Una voce autorevole ed influente che richiama l’attenzione sulle difficoltà di un settore che negli ultimi due anni è stato pesantemente penalizzato dalla pandemia. Adesso che le limitazioni stanno scomparendo (per andare a nuotare serve solo il green pass rafforzato) e che la gente sta tornando in piscina, il problema con cui i gestori degli impianti si trovano a fare i conti sono i rincari, soprattutto quelli energetici, in alcuni casi impossibili da sostenere.
Presidente, attualmente qual è la situazione che vivono le piscine? La gente è tornata a frequentare gli impianti negli ultimi mesi?
“Sì, da febbraio in poi abbiamo registrato una ripresa abbastanza significativa, anche se siamo molto lontani dai numeri pre-Covid. Per rendere l’idea, in Piemonte siamo ad un 35% in meno di affluenza negli impianti. In questo credo che incida ancora l’obbligo del Green pass rafforzato, più di quanto si pensi: nei numeri mancano le persone che hanno fatto una determinata scelta sui vaccini”.
In più vi trovate ad affrontare nuove difficoltà legate ai rincari energetici.
“Da questo punto di vista, la situazione è davvero preoccupante. Credo che le problematiche attuali siano addirittura maggiori rispetto a quelle affrontate con la pandemia. I rincari pesano tantissimo, anche perché parliamo di impianti energivori. Per una piscina di media grandezza, le voci relative a energia e utenze normalmente raggiungono i 120 mila euro circa all’anno, mentre con questi aumenti arrivano anche a superare i 240 mila euro, più del doppio. Fortunatamente stiamo andando verso la stagione estiva e questi costi si attenueranno, ma il prossimo autunno sarà davvero difficile. Ed intanto molte piscine hanno già chiuso in tutta Italia. La situazione è preoccupante, proprio per questo c’è stato uno sciopero generale a livello nazionale a febbraio, a cui anche la piscina di Cuneo ha aderito. Qualcosa di quanto abbiamo chiesto ci è stato dato, visto che è stato previsto un ristoro specifico, ma non basta. Serve di più, serve la collaborazione ed il supporto di tutti: Stato, Regione, amministrazioni e proprietari di impianti, anche se devo dire che noi il nostro lo abbiamo sempre fatto, non tirandoci mai indietro”.
In mezzo a queste difficoltà, com’è riuscita la piscina di Cuneo ad andare avanti?
“Non è stato facile, ma ci siamo riusciti grazie ai progetti realizzati insieme all’amministrazione, anche in termini di energie alternative. Devo dire che a Cuneo siamo particolarmente fortunati, perché abbiamo sempre collaborato bene con le amministrazioni, che si sono rivelate disponibili e lungimiranti e quando hanno potuto si sono sempre adoperate per darci una mano. Per esempio, il progetto che coinvolge le scuole, offrendo gratuitamente la possibilità di frequentare la piscina, è un’ottima iniziativa per riportare gente negli impianti. Questa è la strada giusta per aiutare i gestori, attraverso iniziative continuative e non con contributi che arrivano una tantum”.
Come è stato il periodo della pandemia per il vostro settore?
“Davvero difficile. Ci siamo sentiti non necessari, ed in questo credo che il Governo abbia commesso un errore grandissimo, soprattutto nelle fasi iniziali della pandemia, trasmettendo messaggi che non hanno fatto bene allo sport in generale. Oggi invece ci si è resi conto che lo sport non è solo un hobby, ma qualcosa di assolutamente necessario, anche perché la mancanza di attività sportiva ha causato un aumento dei costi sanitari. D’altro canto, gli impianti natatori si sono comportati in modo impeccabile, rispettando alla lettera tutti i Dpcm che venivano emessi e collaborando sempre, senza mettere in scena proteste eclatanti”.
Negli anni scorsi l’impianto di Cuneo ha ospitato alcune manifestazioni di livello nazionale ed internazionale. State pensando a qualcosa di simile in futuro?
“Prima che scoppiasse la pandemia, avevamo in programma il Campionato Italiano di nuoto sincronizzato, che era già stato ospitato nel nostro impianto, ma naturalmente è stato annullato. Inoltre, a Cuneo c’era stato il torneo amichevole internazionale delle 4 Nazioni di pallanuoto all’inizio del 2020, che aveva riscosso un grande successo. Quello di Cuneo è uno degli impianti più belli del Piemonte. Torneremo sicuramente ad ospitare manifestazioni importanti, ma non quest’anno. Vogliamo prima riprenderci dopo questo periodo così complicato. Credo però che già nel 2023 potremo riavere un evento nazionale”.
Chiudiamo con uno sguardo verso il futuro. Si può essere fiduciosi?
“Mica tanto. Il peggio è adesso, purtroppo non possiamo dire che sia passato. Però io ho fiducia, proprio perché, come ho già detto, si è capito che le piscine, come altri luoghi di sport, sono importanti e necessarie. La piscina di Cuneo in media ha più di 220 mila passaggi all’anno: parliamo di impianti che la popolazione richiede, voluti dai cittadini e molto frequentati, che però non possono autosostenersi. Hanno bisogno di essere aiutati e supportati, altrimenti rischiano di morire, come già sta accadendo in tanti casi”.