CUNEO - Lega e Cuneo per i Beni Comuni, la ‘strana alleanza’ contro il consumo di suolo

‘Troppe aree edificabili nel piano regolatore’: in Consiglio comunale il Carroccio invoca una riduzione. Plauso dell’opposizione di sinistra, ma la giunta dice no

Andrea Cascioli 30/10/2019 20:00

Un’“alleanza” decisamente inedita quella tra la Lega e la sinistra civica di Cuneo per i Beni Comuni, unite sui banchi del Consiglio comunale nel dire no alla cementificazione e al consumo di suolo.
 
L’occasione è l’interpellanza presentata dal consigliere Valter Bongiovanni, capogruppo del Carroccio, che ha chiesto di ridurre le aree di espansione edificabili previste dal vigente piano regolatore generale.
 
“Sono passati più di dieci anni dall’inizio della crisi edilizia e non c’è necessità di nuove aree di espansione del territorio urbano” ha argomentato l’esponente dell’opposizione, sottolineando come “l’inerzia delle amministrazioni in merito alla riduzione di consumo del suolo non produce altro che un reiterato ed abnorme pagamento di maggiori imposte Imu e imposte sostitutive Irpef da parte dei possessori di aree edificabili da considerarsi inutili se non potranno mai avere un concreto utilizzo”. Opportuno, quindi, iniziare un percorso di programmazione per una variante al PRG “tale da poter adeguare e correggere l’impostazione attuale alle reali ed attuali previsioni di espansione urbanistica futura del Comune di Cuneo”.
 
La proposta è stata accolta con piacere anche dall’opposizione di sinistra, per voce del consigliere Ugo Sturlese il quale ha affermato che una serie di decisioni assunte dall’amministrazione comunale “vanno a compromettere concretamente una superficie pari a oltre il 10% del territorio ancora disponibile secondo le previsioni di Piano”, che ammontano a 2 milioni di metri quadrati.
 
Si tratta di 324mila metri quadrati ‘promessi’ all’edilizia, tra l’area del MIAC a Ronchi, le frazioni di Madonna dell’Olmo, San Rocco Castagnaretta, Passatore e Borgo San Giuseppe e il piano per la costruzione di 70 alloggi su due edifici, progettato dall’architetto e consigliere comunale di maggioranza Umberto Fino, nell’area tra via Bodina e via Medaglie d’Oro a fianco di piazza d’Armi.
 
Nonostante la crisi edilizia, ha continuato Sturlese, “un certo consumo di suolo sta comunque andando avanti, e la leva dell’Imu è una parte organica delle entrate per l’amministrazione”: i numeri parlano di un gettito in calo esponenziale nell’ultimo decennio, passato dai 5 milioni di euro del 2007 ai 900mila del 2017, con una ripresa per il 2018 - dove si era arrivati a 900mila già a metà anno - e per il 2019 una previsione pari a 1 milione e 300mila euro. Nel 2020, infine, si stimano entrate Imu pari a 1 milione e 820mila euro.
 
L’assessore all’Urbanistica Luca Serale ha comunque escluso, a nome della giunta, un intervento complessivo sul PRG: “L’amministrazione non ha intenzione di passare per una variante strutturale, ma sono in programma una serie di passaggi e di trasformazioni del piano regolatore”. La vera variante, ha aggiunto ricordando i dati citati da Sturlese, è quella che da un decennio sta imponendo la crisi edilizia.

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