Una tassa di scopo per salvare l’aeroporto di Levaldigi. La proposta arriva dal consigliere comunale cuneese Beppe Lauria, che si rivolge all’amministrazione del capoluogo per chiedere di salvare lo scalo.
Il battitore libero della destra precisa di avere “sempre avversato le politiche passate relativamente alla struttura aereoportuale di Cuneo-Levaldigi”, ma invita comunque a non vanificare i sacrifici sostenuti che gli hanno permesso di mantenersi in vita: “Nell’ultimo periodo l’aeroporto sembra non interessare più nessuno” osserva l’ex assessore provinciale, denunciando un “silenzio assordante” delle istituzioni.
“Dopo la ferrovia che non funziona, la barzelletta dell’eterna (nella realizzazione) Asti-Cuneo unitamente all’ennesima beffa relativamente al reiterato, nonostante gli annunci della politica regionale e nazionale, rinvio dell’apertura del tunnel di Tenda, la chiusura dell’aeroporto rappresenterebbe l’ennesima vergogna per questo territorio” continua l’esponente dell’opposizione.
A sindaco e giunta si chiede perciò quale sia la posizione dell’amministrazione cittadina rispetto all’infrastruttura. Il piano industriale presentato pochi giorni fa, il primo dopo la morte di Amilcare Merlo che dell’aeroporto fu grande sponsor economico e non solo, guarda soprattutto al trasporto merci. L’idea è quella di sfruttare l’interscambio con ferrovia e gomma per rendere preponderante la vocazione di terminal cargo. Ma qualcosa, si spera, dovrebbe muoversi anche sul fronte dei voli passeggeri: si attende in autunno il ripristino del collegamento per Roma, interrotto a sorpresa nel gennaio scorso - dopo il ripristino a marzo 2022 - tra lo sgomento delle istituzioni e degli stessi frequentatori abituali. La tratta era infatti una delle più trafficate: sulla sua cancellazione si sono aggirati i più vari sospetti, compreso quelli di chi adombrava pressioni da Caselle su Ryanair per l’eliminazione di un concorrente in grado di impensierire l’hub torinese. Solo maldicenze? Chissà.