Chiudono i pronto soccorso a minore accesso, nella Granda tocca a Bra e Ceva. Questa la decisione presa nella serata di oggi, giovedì 19 marzo, dalla Regione. La comunicazione indirizzata ai direttori generali delle ASR è arrivata in serata, con la firma del responsabile del Settore Programmazione dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari Franco Ripa, dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, del commissario dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, del direttore della Sanità Piemontese Fabio Aimar e del vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso.
il provvedimento è stato preso per far fronte all’emergenza sanitaria in corso dovuta al Coronavirus, per quel che riguarda il territorio piemontese. Questo il testo del comunicato ufficiale: “Considerato lo stato emergenziale e l’esigenza di proseguire a riorganizzare il sistema di offerta e di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare a pazienti Covid, si dispone la sospensione dell’attività dei seguenti pronti soccorsoPPI: Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra, Ceva. I Direttori Generali devono provvedere subito a riorganizzare i percorsi e l’attività aziendale in coerenza con detta disposizione, liberando le risorse, secondo le necessità Covid, entro e non oltre 3 giorni dalla presente. Si richiede ai Direttori di dare ampia informazione alla popolazione, di non recarsi nei pronti soccorso oggetto di sospensione".
Alla disposizione sono arrivate le prime reazioni pochi minuti fa, con il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, che ha tuonato su Facebook: "Il sindaco e la giunta comunale di Bra hanno appreso della notizia della imminente chiusura del pronto soccorso braidese due ore fa, tramite una telefonata del direttore generale dell'ASL CN 2, ma non per conoscenza ai sindaci dei Comuni coinvolti, che sta in questi minuti circolando sui social".
La rabbia del primo cittadino è stata causata, a suo dire, dal modo di operare dell'Unità di Crisi e della Regione: "Esprimiamo tutta la nostra contrarietà e la nostra sorpresa rispetto al metodo utilizzato dalla Giunta regionale per comunicare una decisione di così rilevante impatto sociale e sanitario, presa senza aver preliminarmente sentito i naturali interlocutori del territorio, ossia il sindaco e gli amministratori locali. Siamo consapevoli della situazione di estrema criticità che stiamo vivendo, ma questa scelta - nel cui merito adesso non ci pronunciamo in attesa di valutarne tutte le ripercussioni - non può calare come un macigno sulla nostra comunità (non solo quella della città di Bra, ma dell'intera area del braidese). Rimandiamo le nostre valutazioni dopo l'incontro che il sindaco domani, venerdì 20 marzo, avrà con il direttore generale della sanità locale".