CUNEO - L’Italia “quartier generale” della Nato: “Ennesima cessione di sovranità” protesta Lauria

Il consigliere comunale cuneese manifesta insieme al movimento Indipendenza!, contro l’installazione della forza di reazione rapida a Solbiate Olona

Andrea Cascioli 14/07/2024 08:36

No all’installazione del comando strategico Nato in Italia: a Solbiate Olona, in provincia di Varese, si tiene questa mattina la manifestazione di protesta organizzata dal movimento Indipendenza! di Gianni Alemanno.
 
Il presidio è indetto per le ore 11 davanti alla base, in via per Busto Arsizio 20. Insieme allo stesso Alemanno sarà presente il coordinatore piemontese di Indipendenza!, Beppe Lauria, pronto a portare la discussione in consiglio comunale a Cuneo con un ordine del giorno: “Un’ennesima e pericolosa cessione di sovranità da parte del nostro governo nazionale” sostiene l’esponente dell’opposizione, chiedendo all’amministrazione di impegnarsi per ottenere la revoca della decisone.
 
Dall’inizio del mese, la caserma “Ugo Mara” di Solbiate ospita la nuova forza di reazione della Nato, denominata Allied Reaction Force (Arf). Si tratta di un ampliamento dell’assetto operativo di intervento dell’Alleanza, nato da una decisione politica in seno al summit Nato di Vilnius 2023. Il nuovo assetto vedrà crescere il numero di soldati, che arriveranno a 300 mila unità, oltre a mezzi e tecnologie. Il comando si avvarrà della 1st Uk division, dello Spanish Special Operations Command, delle Naval Striking and Support Forces Nato, del Comando Italiano delle Forze Marittime, del Nato Space Center e del Nato Cyber Operation Centre.
 
“L’Italia, - osserva Lauria - con le sue 120 basi Nato dichiarate oltre le presunte 20 basi segrete, a cui si potrebbero aggiungere in nuovi euromissili voluti dall’amministrazione Biden in chiave ‘anti-Putin’, risulta essere il Paese europeo più esposto in caso di conflitto mondiale”. La nuova ubicazione del quartier generale Arf “trasforma Solbiate Olona in uno dei principali obiettivi sensibili nel caso di una reazione bellica diretta a colpire l’Alleanza atlantica in Europa”.
 
“In questa fase, - conclude il consigliere - paiono necessarie azioni tese a ripristinare la pace in Europa, così come nel vicino Medio Oriente, più che ‘manifestazioni di forza’ che espongano l’Italia a rischi inaccettabili sia sotto il profilo militare che soprattutto sotto quello politico delle relazioni internazionali”.

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