È durata meno di un’ora l’udienza sul “caso cedri” nel tribunale civile di Cuneo. Davanti al giudice Chiara Martello sono comparse l’avvocato Virginia Cuffaro, nominata dalle associazioni ambientaliste e da un gruppo di residenti di piazza Europa contrari all’abbattimento, e la controparte avvocato Laura Formentin, in rappresentanza del Comune di Cuneo.
L’oggetto è il ricorso cautelare d’urgenza con cui si richiede la sospensione inibitoria dell’abbattimento dei dieci cedri dell’Atlante, previsto nel progetto di riqualificazione. Il giudice, acquisiti gli atti, si è riservata trenta giorni di tempo per decidere. C’è anche la possibilità che l’intera questione venga rinviata al Tar: secondo l’avvocato del Comune, infatti, è la sede competente è quella amministrativa e non l’ordinaria. “Un’eccezione che ci aspettavamo, ma sentenze molto recenti dimostrano che l’azione della pubblica amministrazione ha dei limiti nei diritti delle persone, in questo caso ambiente e salute” risponde l’avvocato Cuffaro, in una breve conferenza con gli attivisti che si è tenuta all’uscita dal tribunale.
“Noi abbiamo insistito nel rilevare che il diritto all’ambiente è un diritto soggettivo che va tutelato anche nei confronti della pubblica amministrazione” aggiunge la legale, tacciando quella dell’amministrazione cittadina come una “condotta antigiuridica”: “La riqualificazione non è un diritto e soprattutto può essere attuata mantenendo i cedri”.
L’avvocato Formentin rileva per contro che nemmeno il diritto alla tutela dell’ambiente, ora riconosciuto anche dalla nuova formulazione dell’articolo 9 della costituzione, può diventare un “diritto tiranno”. La tutela va contemperata tenendo conto di altri principi, come il diritto alla mobilità e alla proprietà. Non è in discussione, sottolinea Cuffaro, il tema dell’eventuale pericolosità degli alberi: “La parte avversa ha detto che gli alberi vengono abbattuti per la riqualificazione: sgomberiamo il campo dagli equivoci, i discorsi sui fittoni e la stabilità”.
In caso di rigetto del ricorso, c’è una sola possibilità di impugnarlo: “Lo valuteremo, se la sentenza fosse negativa”.