L’emergenza sanitaria data dall’epidemia di Coronavirus coinvolge oramai tutta l’Europa. Basta dare un’occhiata alle aperture dei siti web delle principali testate giornalistiche del vecchio continente per comprendere come il timore del diffondersi del Covid-19 interessi oramai tutti i paesi. Negli ultimi anni si parla di ‘Europa’ come sinonimo di UE, ma a ricordarci che la prima è meramente un’espressione geografica, detto senza l’ambizione di parafrasare Metternich, è stato il fragore provocato dalla fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione, formalizzatasi lo scorso primo febbraio. Non sappiamo fino a che punto c’entri la paura della peste che sta attanagliando il globo e quanto il nuovo atteggiamento inglese post-Brexit nei confronti dei cittadini del continente, ma la disavventura occorsa a uno studente cuneese rende l’idea di quanto l’allarme sanitario globale abbia stravolto le vite degli abitanti del pianeta terra, indipendentemente dalla nazionalità.
Gianluca Gervasi è un ingegnere cuneese di ventinove anni attualmente residente a Londra per seguire le lezioni di un master in Business Administration. Dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo ‘Peano’ di Cuneo e la laurea in ingegneria meccanica ha scelto di trasferirsi in riva al Tamigi per aggiungere al suo curriculum un’ulteriore specializzazione. Venerdì è atterrato nella capitale inglese per seguire le lezioni del secondo semestre del MBA, ma dopo qualche giorno ha ricevuto una comunicazione da parte della scuola che gli ha spiegato che non poteva entrare nell'edificio in quanto proveniente dalla Lombardia. “Mercoledì ho saputo che non potevo più partecipare alle lezioni e che avrei dovuto stare in quarantena perché ero stato all’aeroporto di Milano Malpensa”, racconta Gianluca. Il giovane non si è arreso facilmente: “Sono tornato nella mia casa nel nord di Londra e ho contattato telefonicamente l’NHS (il servizio sanitario inglese n.d.r.) che mi ha informato che non presentando sintomi e non essendo partito da aree chiuse non avrei dovuto essere in quarantena. Ho quindi richiamato la scuola informandola su quello che l’NHS mi aveva appena detto, ma non hanno cambiato idea”.
Inevitabile la quarantena dalla scuola, ma non senza rammarico, in questi giorni si stava svolgendo un momento particolare al quale il cuneese non ha potuto partecipare: “Purtroppo sono dovuto tornare a casa nel mezzo ad una competizione di simulazione di business tra case automobilistiche in cui il mio gruppo ne sfidava altri provenienti sia da Londra che dagli altri campus europei. Ieri ci hanno dato comunicazione che abbiamo vinto su tutti”.
“La prossima settimana molto probabilmente continuerò a seguire le lezioni da remoto”, conclude amareggiato lo studente, ma la sua storia individuale è paradigma dell’aria che si respira a livello europeo e mondiale. In questo caso è stata la scuola ad essere eccessivamente solerte, nonostante le normative inglesi, come ricordato dal servizio sanitario nazionale, non prevedessero limitazioni. Oggi sono 13 i Paesi che hanno chiuso le frontiere con l’Italia, terzo paese al mondo per contagi da Covid-19 e la situazione è in continuo divenire. Mentre gli scienziati continuano a dividersi tra chi sostiene che il Coronavirus sia poco più di una banale influenza e chi afferma che avrà effetti devastanti, restano le incognite su quello che sarà l'andamento globale nei prossimi mesi.