“Da oltre 5 anni, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, insieme allo staff dei professori Alberto Alma e Luciana Tavella, alla Regione Piemonte e a Ferrero Hazelnut Company, abbiamo istituito un gruppo di lavoro per allargare e approfondire la ricerca sulle strategie di lotta biologica alla cimice asiatica che ha portato ad ottenere importanti risultati sul contenimento della problematica”. È quanto dichiara Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo, con riferimento al costante monitoraggio dei tecnici Coldiretti presso le aziende corilicole.
Il controllo quotidiano e l’assistenza da parte dei tecnici Coldiretti sono indispensabili nella lotta alla cimice asiatica, che ha trovato nel nostro territorio un ambiente favorevole alla diffusione causando, negli ultimi anni, danni molto ingenti su diverse colture, dalle nocciole all’ortofrutta, dai cereali all’uva fino alle piante ornamentali.
Due le strategie mirate sul territorio sinora intraprese. La prima prevede il rilascio di insetti antagonisti della cimice, azione che ha visto Coldiretti Cuneo effettuare il primo lancio in campo di tutto il Piemonte; buoni risultati si sono ottenuti in particolare con il predatore autoctono Anastatus bifasciatus che è attualmente l’insetto più presente. La seconda strategia consiste nella cosiddetta “lotta simbionticida” finalizzata a rendere incapaci di nutrirsi le cimici. “Abbiamo avviato una sperimentazione che ha anticipato i tempi e che oggi si è strutturata in un esteso bacino di Comuni dell’Alta Langa – spiega il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – in cui molte aziende corilicole adottano integralmente la lotta biologica eliminando i trattamenti chimici e rilasciando il predatore Anastatus bifasciatus utile a contenere la diffusione della cimice asiatica. La consulenza professionale e attenta dei nostri tecnici si è rivelata indispensabile per studiare le azioni da mettere in campo al momento giusto, per valutare quando è corretto rilasciare gli insetti antagonisti e ponderare le condizioni climatiche e del terreno”.
“La sinergia sul territorio – conclude Moncalvo – ha reso possibile l’adozione di strategie appropriate, utilizzando i metodi più sostenibili, con una particolare attenzione all’ambiente al fine di salvaguardare la qualità delle produzioni locali. Tutt’ora siamo parte attiva del tavolo di monitoraggio e si continuano a studiare metodi di lotta alla cimice sempre più sostenibili”.