Trentottomila famiglie a rischio e 11 mila che ricorrono al Monte dei pegni, nel solo Piemonte. Questo in sintesi il dramma del gioco d’azzardo, ancorché legale e della ludopatia come emerge dalle più recenti statistiche presentate dall’Osservatorio sull’usura e il gioco d’azzardo. L’occasione è stata l’incontro “Io gioco ma non azzardo, educazione e prevenzione: progetto di educazione alla legalità economica della Guardia di Finanza”, organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte.
“Solo conoscendo a fondo il problema può esserci una presa di coscienza molto forte da parte delle nuove generazioni”, ha sintetizzato il comandante regionale delle Fiamme Gialle, Giuseppe Grassi, spiegando le finalità dei corsi per i giovani che i militari svolgono negli ultimi anni.
Il significato della “legalità economica” e della consapevolezza di essere “cittadini e cittadine titolari di diritti e doveri anche sul piano economico”, è stato illustrato all’Arena Piemonte dal capitano Arrigo Galvan e dal maresciallo Pasquale Amati che hanno curato per il Comando regionale l’iniziativa.
L’incontro è stato promosso dall’Assemblea legislativa in relazione alla legge regionale 9 del 2016 "Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico". In base ai dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, elaborati da Ires Piemonte, la nostra regione risulta essere l’unica in Italia in cui si registra un significativo calo dei volumi di gioco d’azzardo “fisico”: meno 503 milioni nel 2018, con una riduzione del 9,8% rispetto al 2016 e del 4,8% rispetto al 2017. Nello stesso periodo, mentre le perdite dei giocatori piemontesi si sono ridotte del 17%, nel resto d’Italia il gioco d’azzardo ha invece continuato ad aumentare.