Il mese di maggio che si è appena concluso ha placato la “sete” del Piemonte dopo oltre un anno e mezzo di siccità. È il quadro che emerge dal consueto rapporto mensile sulla situazione idrica regionale pubblicato dall’Arpa sul suo sito internet. Condizioni di moderata siccità si evidenziano solamente sulla parte meridionale del Piemonte: il resto della regione è ritornato a condizioni di normalità.
Maggio 2023 ha fatto registrare una cumulata media di pioggia e neve quantificabile in 215 mm, superiore dell’80% alla norma del mese riferita al periodo 1991-2020. Si è trattata del quarto mese di maggio più piovoso da quando vengono effettuate la rilevazioni, dopo quelli del 1984, del 1977 e del 2002: occorre tornare a novembre del 2019 per trovare precipitazioni cumulate mensili superiori a quelle del mese appena concluso. Precipitazioni che non sono però state distribuite omogeneamente sul territorio: i quantitativi più significativi sulle aree pedemontane, collinari e di pianura del Piemonte occidentale, dal Cuneese al Biellese, rovesci più scarsi nei bacini dell’alessandrino.
Un mese particolarmente piovoso che ha drasticamente ridotto il deficit pluviometrico osservato dall’inizio del 2023: all’inizio del mese si registrava un -43%, alla fine si è arrivati al -7% (e le previsioni, secondo Arpa, dicono che potremmo avere davanti un mese di giugno nuovamente generoso dal punto di vista delle precipitazioni). Il contributo pluviometrico del mese di maggio 2023 ha inoltre compensato il marcato deficit di aprile, portando la primavera meteorologica 2023 a registrare una precipitazione totale superiore alla norma. Per la stagione primaverile, infatti, il surplus pluviometrico è stato di circa 30 mm, pari al 10% in più rispetto alla norma del trentennio 1991-2020. “La stagione 2023 ha interrotto una sequenza di otto stagioni consecutive, dalla primavera 2021 all’inverno 2023, con deficit precipitativo rispetto alla rispettiva climatologia”, scrivono dall’Arpa.
Per quanto riguarda le temperature, quelle di maggio sono state pressoché nella norma, con un’anomalia negativa di 0,1°C. Le temperature nella parte iniziale del mese sono infatti risultate più alte della media, ma nella parte centrale caratterizzata da frequenti giornate piovese si sono portate su valori ben al di sotto della norma, per poi assestarsi alla media del periodo nell’ultima decade.
Le lunghe fasi perturbate associate a temperature generalmente basse hanno apportato inoltre nuove nevicate anche a quote di media montagna, con un complessivo miglioramento delle condizioni di innevamento. In particolare, a metà mese le nevicate sono state piuttosto importanti soprattutto sui settori occidentali e nordoccidentali: dal 19 al 22 maggio sono caduti da 20 a 40 cm di neve oltre i 2.300-2.400 m di quota con punte massime prossime a 100 cm sulle Alpi Graie di confine, registrate dalla stazione automatica del Rifugio Gastaldi (nel Torinese, a quota 2.659 m).
Dopo una stagione invernale complessivamente avara di nevicate, con l’altezza di neve al suolo rimasta costantemente al di sotto della media stagionale, i continui apporti di neve fresca in quota hanno riavvicinato l’innevamento a condizioni più consone per il periodo: “Tuttavia, nonostante le nevicate del mese di maggio, i quantitativi cumulati complessivi restano comunque deficitari sulla gran parte della regione, in particolare sui settori meridionali e in tutte le stazioni a quote di media montagna, ad eccezione delle valli Susa e Chisone che risultano più prossime alla media”, si legge nel rapporto.
Dopo oltre un anno migliora in maniera marcata la situazione delle portate dei corsi d’acqua, che sono tornate molto vicine ai valori medi sulla maggior parte dei bacini. Il settore occidentale, quello più colpito dalle precipitazioni dell’ultimo mese, vede tornare positivi i livelli dei suoi corsi d’acqua (+15% sul Po a Torino e +10% sul Po a San Sebastiano). Soltanto nel settore settentrionale Sesia e Toce ancora registrano deficit significativi anche se dimezzati rispetto ad aprile (Sesia -46%, Toce -40%). Nel settore meridionale si evidenzia ancora una situazione deficitaria sul bacino della Stura di Demonte ma con valori molto meno significativi rispetto agli ultimi dodici mesi. Le aste principali del Tanaro e del Po rientrano quasi nella norma con solo il -11% e il -8% nelle sezioni di chiusura rispettivamente di Montecastello e Isola Sant’Antonio.
In chiusura, segnali positivi anche dalla situazione delle falde acquifere, con livelli in rialzo praticamente ovunque.