CUNEO - Medici e infermieri "a gettone": in Italia nessuno spende più del Piemonte

Nel 2024 la spesa complessiva è stata di 115 milioni di euro, il 25 per cento dell'importo a livello nazionale. Il rapporto pubblicato dall'Anac

Redazione 26/02/2025 14:22

Nessuna regione italiana, nel 2024, ha speso più del Piemonte per medici e infermieri “a gettone”. L’importo complessivo è stato di 115 milioni e 215 mila euro, il 25,18% della spesa registrata a livello nazionale. A seguire Lombardia (poco meno di 105 milioni di euro) e Toscana (56 milioni e 738 mila euro). I dati emergono dal rapporto Anac sul ricorso alla esternalizzazione di personale medico e infermieristico nel sistema sanitario pubblico.
 
Ammonta a due miliardi e 141 milioni di euro la spesa previsionale deliberata in Italia per medici e infermieri “gettonisti” dal 2019 al 2024. Era pari a 1 miliardo e 827 milioni a fine 2023, con un incremento previsionale di 314 milioni nel 2024. Se guardiamo alla spesa effettiva messa a bilancio dalle varie Asl, nel solo 2024 la spesa è stata invece pari a 457,5 milioni messi a bilancio.
 

Si legge nel rapporto Anac: “Nonostante la fine della pandemia (dichiarazione ufficiale della Organizzazione Mondiale della Sanità del 5 maggio 2023) e il decreto legge 30 marzo 2023, N.34 (uso dei “gettonisti” solo come estrema ratio), il fenomeno si conferma quindi in crescita”.
 
La ripartizione per regioni nel 2024 vede come detto in apertura il Piemonte fare la parte del leone, con un quarto dei medici e infermieri gettonisti di tutt’Italia. Se guardiamo ai soli medici gettonisti, nel 2024 Veneto e Sicilia dominano la classifica. Quella degli infermieri “a gettone” vede invece in testa la Lombardia, seguita da Abruzzo e Piemonte.
 
Come Anac siamo intervenuti, fra i primi, anche di fronte al Parlamento e al Governo, a segnalare il fenomeno dei cosiddetti ‘medici a gettone’, la crescente esternalizzazione del personale sanitario, caratterizzata da contratti particolarmente onerosi per le amministrazioni, in cambio di servizi non adeguati, spesso con rischi per la salute dei pazienti”, afferma il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia: “Si tratta di un progressivo impoverimento degli organici, perché medici ed infermieri in più casi preferiscono lasciare il proprio impiego, attratti dalle più elevate remunerazioni riconosciute per le prestazioni di carattere interinale. Tutto questo, dando vita ad un circolo vizioso, a causa di una irragionevole concorrenza fra le diverse Asl, come emerge dalla nostra indagine conoscitiva. ospedali e Asl pubbliche dispongono di eccellenti risorse professionali che, tuttavia, in molti casi non sono adeguatamente valorizzate e, anzi, sono spesso spinte verso altri approdi, privando le amministrazioni del loro patrimonio più prezioso”.
 
QUI il rapporto Anac.

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