Per le aziende manifatturiere piemontesi il principale problema determinato dalla guerra Russia-Ucraina è stato l’aumento del costo delle materie prime, seguito dalla crescita del costo dell’energia. Poco meno di un’impresa su due ha riscontrato anche difficoltà di approvvigionamento delle materie prime: decisamente meno rilevante, invece, l’impatto sull’export.
Lo rileva Unioncamere Piemonte, nell’ambito dell’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese. Tra le azioni che le aziende stanno pensando di intraprendere per far fronte a queste difficoltà, le più diffuse sono la revisione dei prezzi di vendita e la ricerca di mercati di approvvigionamento alternativi.
“Molte imprese capofila stanno ripensando le politiche di approvvigionamento rivolgendosi a fornitori della stessa regione o comunque basati in Italia e questo è molto positivo” rileva Sergio Bava, direttore commerciale Imprese Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo. La banca ha attivato finanziamenti specifici che aiutano le aziende energivore nel pagamento delle bollette e per quelle coinvolte nell’interscambio con Ucraina e Russia e fornisce “un servizio di consulenza per la copertura dai rischi di variazione del prezzo dell'energia e del gas”.