MARMORA - Motoslitte a Marmora, la replica dell’azienda: “I mezzi servono per vigilare sulla fauna, non per turismo”

A nome dell’AFV La Bianca l’avvocato Paolo Scaparone risponde all’editoriale pubblicato dalla nostra testata: “Non corrisponde al vero”

Redazione 08/03/2023 16:45

Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica dell’avv. prof. Paolo Scaparone a nome dell’Azienda Faunistica Venatoria La Bianca, in riferimento all’editoriale “Le sfide di Marmora, tra turismo green e cultura” pubblicato dalla nostra testata e al contezioso che oppone l’azienda al Comune di Marmora:
 
 
Scrivo la presente nell'interesse dell'Azienda Faunistico Venatoria La Bianca in relazione all'articolo pubblicato sulla Vostra testata on line in data 6.3.2023 dal titolo "Le sfide di Marmora, tra turismo green e cultura".
 
In tale articolo è affermato: "Una vicenda grottesca, che contrappone - di fatto - il piccolo comune dell’alta valle Maira ad un imprenditore che vorrebbe, con il Consorzio di cui ha la guida, essere libero di usare come vuole una parte di montagna. Il primo cittadino di Marmora, Giorgio Reviglio, non ha nessuna intenzione di rivedere la sua decisione e conferma il divieto, in attesa di ulteriori sviluppi".
 
Devo denunciare la totale scorrettezza e non corrispondenza al vero di quanto scritto.
 
Infatti, contrariamente alle affermazioni contenute nell'articolo, l'AFV La Bianca ha richiesto l'autorizzazione al Comune per circolare su percorsi innevati con mezzi diversi dalle motoslitte. Ma, soprattutto, tale autorizzazione non è stata richiesta per scopi "turistici" o "ricreativi" come pare evincersi dall'articolo, bensì per l'esercizio dei compiti istituzionali dell'Azienda. Questa nel periodo invernale non gestisce e non può gestire l'attività venatoria che è preclusa dal calendario venatorio regionale, bensì svolge funzioni di vigilanza e controllo a tutela dell'ambiente e della fauna (in particolare la vigilanza volta a prevenire e sanzionare l'attività di bracconaggio). Ogni azienda faunistico venatoria deve per legge perseguire essenzialmente l'obiettivo del miglioramento dell'ambiente in particolare nella sua componente faunistica e tale scopo istituzionale, perseguito in concreto dalla AFV La Bianca, nulla ha a che fare con una pretesa e indimostrata volontà del concessionario dell'Azienda di "essere libero di usare come vuole una parte della montagna".
 
Ricondotta a verità l'attività svolta dall'Azienda, inspiegabilmente contrastata dal Comune di Marmora, è evidente la gravità e infondatezza delle affermazioni contenute nell'articolo pubblicato.
 
Si aggiunga che il Consiglio di Stato, con l'ordinanza n. 753/2023, non ha semplicemente "rinviato gli atti a Torino per approfondimenti" come affermato nell'articolo, bensì ha accolto l'appello cautelare proposto dall'Azienda tenendo "in considerazione l’interesse rappresentato dalla parte ricorrente ad accedere al compendio aziendale, a fini di vigilanza e controllo". La decisione poggia sull'evidente presupposto di una verosimile fondatezza delle contestazioni mosse dall'Azienda in giudizio e, quindi, depone per il riconoscimento giudiziario del diritto dell'Azienda ad ottenere l'autorizzazione da parte del Comune.

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