Quella della mountain bike è una pratica che unisce una sterminata platea di appassionati che, nel tempo libero, inforcano la bicicletta per andare a pedalare per strade e sentieri di montagna. Anche nelle Alpi Marittime, naturalmente, dove però la libertà di approcciare sulle due ruote alcuni tratti sembra essere in pericolo.
Almeno secondo il gruppo facebook "Cicloalpinismo" secondo cui il comma 1 dell'articolo 5 del nuovo “Regolamento delle Aree Protette delle Alpi Marittime”, in attesa di approvazione da parte della Regione Piemonte, recita: “La circolazione delle biciclette, comprese quella a pedalata assistita, è consentita sulle piste forestali, sui sentieri e le mulattiere individuati e segnalati dall’Ente”.
L'approccio apparentemente positivo dettato dall'utilizzo delle parole "è consentito" - riferisce il Comitato - non deve però ingannare. Il fatto che vengano individuate dall'Ente le aree nelle quali è consentito svolgere l'attività ciclistica significa che laddove non sarà presente il "bollino" che autorizza, non sarà possibile pedalare.
Il Comitato evidenzia come si stia parlando di un'area piuttosto ampia, di centinaia di chilometri di strade e sentieri in tutte le aree protette delle Alpi Marittime che comprendono porzioni della Val Tanaro, Valle Pesio, Val Vermenagna, Valle Gesso e Valle Stura.
A riguardo, Cuneodice.it ha raggiunto l'assessore alla montagna della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, che sull'argomento ha dichiarato: "Il Parco delle Alpi Marittime ha stilato un regolamento, attualmente al vaglio della Regione Piemonte, nel quale, tra le altre cose, si vuole regolamentare l'accesso all'area da parte degli utenti del Parco. E' giusto che esistano zone che si possono percorrere in bicicletta ed altre no, così come avviene per coloro i quali vanno a cavallo, a passeggio con i cani o utilizzano mezzi a motore quali fuoristrada o quad. A tal proposito, segnalo che le biciclette a pedalata assistita e i veicoli elettrici utilizzati dalle persone affette da disabilità verranno equiparati alle biciclette "classiche" e non ai veicoli a motore. Non dimentichiamo che il Parco ha il dovere di tutelare la flora e la fauna esistenti; è dunque legittimo che si doti di un regolamento che vada in quella direzione. Infine, l'indicazione dell'idoneità o meno di un percorso è anche una misura di sicurezza per l'utente stesso che non sarà così tentato di percorrere un determinato tragitto non consono alle sue possibilità. Siamo comunque disponibili a sederci attorno ad un tavolo per concordare con l'utenza le migliori soluzioni per il bene di tutte le parti in causa".