“È un luogo pericoloso per la sicurezza pubblica - ha attaccato il capo della Polizia cuneese -. Per una questione sanitaria e sociale, per l’irresponsabilità di molti italiani che non vogliono comprendere le ragioni particolari di questo momento storico e che invece di lavorare unitariamente con le istituzioni che regolano la vita degli homeless, continuano, con atteggiamenti sconsiderati, a richiamare in città persone che hanno poco a che fare con i migranti della frutta”.
Secondo l’autorità provinciale di pubblica sicurezza l’agire di alcuni volontari - i quali portano al Movicentro vivande, abbigliamento e materiale per la sussistenza dei migranti - è irresponsabile e sarebbe la causa dell’aumento dei bivacchi in piazzale della Libertà (durante il mese di agosto si è registrato un picco di 90 presenze n.d.r.).
“Stiamo parlando di soggetti senza fissa dimora e con numerosi precedenti penali provenienti da varie zone della Granda, ma anche da altre province e dalla Francia - continua Ricifari -. Questo senza le azioni ripetute della Polizia rischia di far divenire il Movicentro un luogo di diffusione del contagio, e non solo”.
“Portando loro da mangiare e da bere e dando loro dei soldi non si fa altro che attirare banditi, a prescindere dalla provenienza (tra i migranti ci sono persone sono originarie dell’Africa, ma anche italiani ed europei n.d.r.). - ha osservato, ‘avvertendo’ chi persevera nel comportamento -. Chi verrà trovato in quella zona a dare assistenza verrà denunciato alla Procura della Repubblica”. Il riferimento è ai singoli che operano fuori dalle convenzioni con le istituzioni. Si tratterebbe di alcuni membri del Comitato Cuneo Centro e dell’associazione Papa Giovanni XXIII, i quali opererebbero in autonomia rispetto alle indicazioni ricevute.
Nell’occasione Ricifari ha commentato anche le reazioni all’ordinanza antidegrado firmata dal sindaco di Cuneo, Federico Borgna. “Le misure per la sicurezza urbana da cui ha preso spunto l’ordinanza sono contenute nel decreto Minniti del 2017 e adottate dai Comuni di Bologna, Reggio Emilia, Modena e Rimini: non è una legge di destra o di sinistra, ma che prova a risolvere i problemi”.
“In questa provincia nessuno ha mai fatto quanto noi per ospitare i migranti e per dare loro dignità - Ha concluso il Questore -. Non siamo mostri, qui c’è gente che non lavora e che con le fughe dalle guerre non c’entra nulla”.
Un incontro con i più critici? “Sono disponibile, ma non mi è arrivata nessuna richiesta e non credo che queste persone vogliano confrontarsi. Io sarei ben lieto di mostrare loro i numeri e spiegare caso per caso come stanno le cose”.