Il tessuto produttivo artigiano rappresenta una realtà nodale in provincia di Cuneo. Dopo nove anni consecutivi di flessione, nel 2021 il numero delle imprese artigiane che hanno iniziato la propria attività è stato superiore a quello delle realtà imprenditoriali che l’hanno cessata. Il tasso di crescita evidenziato nel corso dell’anno è pari al +0,60%. La dinamica del comparto cuneese, benché meno positiva rispetto al trend regionale (+1,11%) e nazionale (+0,79%), risulta migliore rispetto a quella dell’intero tessuto imprenditoriale locale che ha visto chiudere il 2021 con un tasso di crescita del +0,40%.
Nel periodo 1 gennaio - 31 dicembre 2021, il Registro imprese della Camera di commercio di Cuneo ha accolto l’iscrizione di 1.160 iniziative imprenditoriali a carattere artigiano (nel 2020 erano 1.037 e nel 2019 erano 1.205) a fronte delle 1.057 chiusure di attività preesistenti, al netto delle cessazioni d’ufficio (nel 2020 erano 1.130 e nel 2019 erano 1.379). Il saldo tra i due flussi è positivo per 103 unità, in rapporto alle 93 perse nel corso del 2020 e alle 174 perse nel 2019. Al 31 dicembre 2021 sono 17.016 le imprese artigiane registrate nella provincia Granda, ovvero il 25,7% delle 66.086 attività con sede legale sul territorio provinciale. L’incidenza della componente artigiana è superiore a quella rilevata a livello nazionale (21,2%) e di poco inferiore rispetto alla media piemontese (27,0%). Considerate le localizzazioni (sedi di impresa e unità locali) la consistenza del tessuto artigiano sale a 19.243 unità.
“Nel 2021 si è interrotto, dopo quasi un decennio, il trend di erosione del numero delle imprese artigiane e si è finalmente assistito a un’inversione di tendenza - sottolinea il presidente Mauro Gola -. Il dato induce a un cauto ottimismo anche se nel 2022 gli artigiani dovranno confrontarsi con ostacoli sino a pochi mesi fa imprevisti, quali la fiammata dei costi energetici e l’aumento incontrollato dei prezzi delle materie prime. La politica deve aiutare le imprese attraverso interventi congiunturali finalizzati a fronteggiare l’emergenza e misure strutturali volte a evitare nuove e improvvise impennate dei prezzi energetici”.
Dall’analisi del tessuto imprenditoriale per classe di natura giuridica, si evince che il 73,9% delle imprese artigiane sono organizzate sotto la veste di ditta individuale, il 19,4% di società di persone; il 6,5% di società di capitale. Per quanto concerne la dinamica della forma giuridica le società di capitale hanno realizzato una crescita del +4,92%. Le forme meno strutturate tra cui le società di persone registrano un tasso di crescita del -1,25% e le ditte individuali del +0,75%. Le altre forme, categoria all’interno della quale sono anche presenti le cooperative e i consorzi, registrano un -3,33%.
Sotto il profilo della ripartizione settoriale, il turismo evidenzia la performance migliore con un tasso annuo di variazione dello stock del +3,89%. Di segno positivo anche le costruzioni (+1,72%) e gli altri servizi (+0,56%) che rappresentano i due principali comparti in cui operano le imprese artigiane cuneesi rispettivamente con il 40,8% e il 25,0%. L’agricoltura manifesta le difficoltà maggiori soffrendo un calo del 2,17% e così anche l’industria in senso stretto (-0,93%) e il commercio -0,78%.