"A fine 2021 il saldo tra iscrizioni e cessazioni è positivo ed il numero complessivo delle imprese è tornato a crescere. Dobbiamo continuare ad essere ottimisti - afferma il presidente Mauro Gola - anche se il Covid, l'inflazione e, soprattutto, il folle aumento della bolletta energetica rappresentano una seria minaccia per lo sviluppo. Il sistema imprenditoriale ritiene che sia assolutamente indispensabile che la politica adotti misure congiunturali e strutturali per arginare il caro energia. Dalla bontà di queste scelte dipendono la tenuta delle imprese, la loro competitività sui mercati internazionali e la crescita del Paese". Il tasso di crescita della provincia di Cuneo (+0,40%) risulta più contenuto rispetto a quello regionale (+1,10%) e nazionale (+1,42%).
L’analisi dei dati dal punto di vista della forma organizzativa delle aziende ribadisce il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale provinciale. A evidenziare una sostenuta espansione sono infatti, anche nel 2021, le società di capitale che, con un peso del 13,6% sul totale delle aziende cuneesi, registrano un tasso di variazione del +3,57% a cui seguono le altre forme (in cui confluiscono cooperative e consorzi) con un +1,62%. Appare, invece, negativa la performance delle restanti forme giuridiche. Il risultato meno confortante è riportato dalle società di persone (-0,19%) seguite dalla ditte individuali (-0,10%) che costituiscono il 61,9% delle imprese provinciali.
Tra i settori di attività la dinamica più incoraggiante viene registrata dagli altri servizi (+2,22%) seguiti dalle costruzioni (+1,94%) che rappresentano il 13,3% delle aziende di Granda e dal turismo (+0,83%) che presenta un risultato migliore rispetto a quello regionale (+0,13%), complice una stagione estiva che ha visto numeri incoraggianti soprattutto per l’area alpina e per tutto il comparto legato all’outdoor. Negativi i trend esibiti dagli altri comparti provinciali. A pagare le maggiori conseguenze è l’agricoltura (-1,12%), seguita dall’industria in senso stretto (-0,69%) e dal commercio (-0,32%).