CUNEO - Nel 2019 il Soccorso Alpino piemontese ha risposto a 1989 chiamate: numeri in aumento da dieci anni

Tra queste richieste, 1251 si sono trasformate in interventi di soccorso: tutti i dati relativi all'attività dello scorso anno

Immagine di repertorio

Redazione 21/05/2020 12:23

Anche il 2019 ha segnato, per il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (SASP), un trend di crescita nelle attività di soccorso e recupero degli infortunati in montagna, in ambiente ipogeo e in terreno impervio, compito attribuito dalla Repubblica Italiana al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) con la legge 74 del 21 marzo 2001.
 
Procedendo nella presentazione dei dati attraverso i vari passaggi di un’operazione di soccorso, si inizia dalla Centrale Operativa del SASP, attiva h24 presso la Centrale dell’emergenza sanitaria di Grugliasco (To), che riceve tutte le chiamate di emergenza provenienti da terreno montano, impervio e ipogeo e organizza le relative operazioni sul terreno. Nel corso del 2019 i tecnici del soccorso alpino hanno gestito un totale di 1989 chiamate di emergenza superando ancora una volta il record assoluto registrato nel 2018 di 1900 e confermando un aumento che prosegue da oltre 10 anni. Di queste chiamate, 1251 (nel 2018 erano stati 1210) si sono trasformate in interventi di soccorso alpino e speleologico veri e propri, mentre 738 (37%) sono state risolte direttamente dagli operatori per telefono oppure passati per competenza ad altri enti. Le persone soccorse sono state 1420, rispetto alle 1386 dell’anno precedente. 
 
L’interpretazione di questi dati non è, naturalmente semplice. Se da un lato si potrebbe concludere che sempre più persone si fanno male in montagna, dall’altro è necessario sottolineare il fatto che l’abitudine a rivolgersi ai numeri di emergenza è sempre più radicata e da un punto di vista tecnologico diventa sempre più facile lanciare un SOS anche dalle zone più impervie del territorio piemontese tramite rete telefonica mobile o con l’utilizzo delle tecnologie presenti negli smartphone tra cui l’applicazione GeoresQ sviluppata dal CNSAS. Tuttavia è sempre bene ricordare ai frequentatori della montagna che non bisogna mai fare esclusivamente affidamento al telefonino perché le porzioni di territorio ancora non coperte dalla rete sono ampie. 
 
Ogni missione di soccorso viene effettuata con l’utilizzo dell’eliambulanza 118 e le squadre a supporto, oppure soltanto dalle squadre a terra. Anche in questo ambito si osserva un nuovo aumento nel numero assoluto di operazioni effettuate via aria che raggiunge l’81% del totale. Tuttavia è bene ricordare l’importanza fondamentale dei 1166 tecnici di soccorso alpino e speleologico suddivisi in 55 stazioni distribuite in tutte le valli dell’arco alpino piemontese. L’utilizzo dell’elicottero è infatti possibile soltanto in situazioni di visibilità ottimale e consente di recuperare un massimo di 2 infortunati, mentre con maltempo e di notte, le uniche risorse disponibili per un soccorso sono i volontari che operano via terra. Analizzando la distribuzione numerica delle persone soccorse, si osserva che nel 2019 556 infortunati (39%) sono stati recuperati dalle squadre senza l’ausilio del mezzo aereo. 
 
Per quanto riguarda i codici di gravità delle persone soccorse, nel 2019 dal SASP, è stata registrata una lieve diminuzione degli illesi, dei codici rossi e dei decessi, a fronte di un aumento dei codici verdi e gialli. Su questo tipo di statistiche non è possibile tracciare dei trend di lunga durata perché nell’arco degli anni presentano dati molto altalenanti. Ma è interessante osservare che la categoria maggiore di persone soccorse (37%) presenta un codice di gravità verde. In territorio impervio dove si trovano spesso condizioni climatiche ostili, un infortunio o una patologia che non vengono trattati tempestivamente hanno una maggiore rapidità di peggioramento. Si tratta di quello che in ambito di soccorso alpino si definisce come rischio evolutivo e su cui si misura l’efficienza e l’efficacia di una missione. 
 
Infine, è interessante segnalare che il 94% delle persone soccorse ha richiesto un intervento di soccorso mentre effettuava attività ricreative contro il 4% di residenti e il 2% di infortunati durante attività lavorative. Il 72% erano maschi contro un 28% di femmine (in leggero aumento). I periodi di maggior lavoro per i tecnici del SASP sono le vacanze estive e natalizie e i fine settimana quando un maggior numero di persone frequenta le montagne. 
 
Anche nel 2019 non è stata applicata Legge Regionale sulla compartecipazione ai costi per gli interventi di soccorso su terreno impervio immotivati, inappropriati, o generati da comportamento imprudente 
 

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