“La serie storica, riferita al periodo 2016/2022, evidenzia il trend di crescita delle esportazioni cuneesi che hanno subito un rallentamento soltanto nel 2020, caratterizzato dalla fase più acuta della pandemia – afferma il presidente Mauro Gola. In questo arco temporale il valore delle esportazioni è passato da 6,96 a 9,81 miliardi di euro con una crescita del 41%. Dietro a questi numeri ci sono donne e uomini che hanno saputo creare un sistema produttivo moderno ed efficiente, in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati internazionali malgrado il pesante gap infrastrutturale del territorio".
“L’export è un tratto distintivo della nostra economia e in una fase storica caratterizzata da una grande incertezza continua a essere uno dei nostri punti di forza - afferma il Presidente Mauro Gola - Nel corso del 2022 il valore delle esportazioni si è avvicinato ai 10 miliardi di euro anche se l’aumento è stato spinto in misura prevalente dalla crescita dei prezzi piuttosto che da un'impennata dei volumi. Non dobbiamo scoraggiarci di fronte alle sfide globali che ci attendono perché il nostro sistema produttivo ha risorse, competenze e strumenti per affrontarle con successo.”
La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel 2022 è il risultato di andamenti omogenei e positivi nei vari settori di specializzazione, a esclusione del comparto agricolo che riporta una variazione negativa del 14,7%. Il comparto manifatturiero, che spiega il 95,1% dell’export cuneese, registra un aumento del 7,9%, mentre i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere con una quota dello 0,1% riportano un +12,5%.
Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 38,0%, sia il settore trainante dell’export manifatturiero con il +9,9%, sebbene la performance migliore sia stata registrata dalla filiera del legno (+35,5%), seguita da farmaceutica (+22,8%), da quella dei metalli (+16,7%), dai mezzi di trasporto (+12,3%), dai i prodotti tessili e l’abbigliamento (+11,7%), dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+11,5%) e dai macchinari e apparecchi n.c.a. (+8,9%). Gli articoli in gomma e materie plastiche (-20,9%) sono quelli che hanno risentito di una maggiore sofferenza.
Per quanto concerne i mercati di sbocco, il bacino dell’Ue-27 post Brexit assorbe il 61,4% delle vendite all’estero e si conferma, anche per il 2022, l’area di destinazione principale delle esportazioni cuneesi. Ai mercati situati al di fuori dell’area comunitaria è destinato il restante 38,6%. Entrambi i bacini chiudono con una variazione tendenziale positiva, rispettivamente pari al 5,5% per i mercati comunitari e del 9,7% per i restanti Paesi.
I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 18,6% e 14,1%. La Francia ha evidenziato una crescita del 3,4% mentre il mercato tedesco del +1,8%. La Spagna, con una quota del 5,5%, ha registrato una variazione del +1,2%, mentre la Polonia con una quota del 4,1% ha riportato una variazione negativa del 5,0%. Paesi Bassi, Romania e Grecia con quote rispettivamente del 2,5%, 1,4% e 1,1%, hanno fatto segnare un vero e proprio boom con crescite rispettive del 39,4%, 36,7% e 21,6%.
Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 7,0% e il 5,5% dell’export complessivo. Gli USA hanno fatto segnare una crescita lieve dell’1,2%, mentre il Regno Unito del 9,1%. Si consolidano le vendite verso Canada (+23,7%), Svizzera (+15,5%), Turchia (+27,2%) e Messico (+42,9%). In controtendenza Russia (-1,1%), Cina (-5,3%) e Arabia Saudita (-4,1%).