CUNEO - Nella Granda alta adesione allo sciopero degli infermieri e dei professionisti della sanità

I rappresentanti regionali e provinciali del sindacato Nursing Up: 'Siamo stufi di essere chiamati eroi e di essere poi sistematicamente dimenticati'

Redazione 03/11/2020 14:51

La provincia di Cuneo ha fatto registrare una altissima adesione di infermieri e professionisti della sanità allo sciopero indetto dal Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, durato 24 ore a partire da lunedì 2 novembre a partire alle ore 7 di mattina. Lo comunica in una nota il segretario regionale Claudio Delli Carri, che durante la protesta nella centrale piazza Castello di Torino, davanti agli uffici della Prefettura, è salito dal Prefetto per illustrare le ragioni di infermieri e professionisti della sanità. 
 
Siamo stufi di essere chiamati eroi e poi sistematicamente dimenticati. Sono parole al vento perché la verità è che il Governo non ha fatto nulla per evitare che si arrivasse a questo gesto estremo, noi pretendiamo rispetto” uno degli slogan dei manifestanti.
 
Al “Santa Croce”, riferisce Delli Carri, vi è stato un blocco della sala operatoria, rispettando e portando a termine tutte le urgenze, relativamente agli interventi rinviabili.
  
Il Segretario Regionale e quello Provinciale, Giovanni Mariano, commentano con grande soddisfazione la partecipazione di centinaia di infermieri alla giornata di agitazione: “Si è trattato di una giornata molto importante, nella quale abbiamo inviato un segnale chiaro sia al governo regionale che a quello nazionale. Per questo, non possiamo che ringraziare i tantissimi colleghi che hanno deciso responsabilmente di partecipare alla giornata di sciopero. Noi abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce in un contesto in cui, per troppo tempo, il nostro lavoro, il nostro ruolo e la nostra condizione contrattuale e retributiva è stata data per scontata. Dobbiamo ancora una volta ripetere che abbiamo la necessità di provvedere a nuove assunzioni, subito, con contratti dignitosi, di almeno tre anni, e non per due o tre mesi. La nostra dignità non può essere costantemente irrisa da promesse, parole e rassicurazioni mai mantenute su contratti, su aumenti strutturali delle buste paga, e sul ruolo degli infermieri. Noi pretendiamo: un maggiore coinvolgimento nelle scelte organizzative; una contrattazione che porti una volta per tutte ad un adeguamento strutturale del nostro stipendio; pretendiamo maggiore sicurezza sul lavoro (che non si ripeta lo scandalo dei dispositivi di protezione); il riconoscimento della malattia professionale; l’imprescindibile necessità di assunzioni con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per almeno tre anni in modo da creare turnazioni che siano gestibili”.
 
Da oggi - concludono Delli Carri e Mariano - riprendiamo il nostro lavoro consci dell’importanza del nostro ruolo, ancora di più oggi che la lotta al contagio in questa seconda ondata in costante aumento, pare impervia. Consapevoli però anche che con il nostro gesto, composto, responsabile e rispettoso di tutte le regole, abbiamo ancora una volta sottolineato quale sia la vera natura degli infermieri. Perché le istituzioni inizino a considerarci come professionisti ed a rispettarci come tali”.
 

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