Nel cinquantesimo anniversario della Giornata della Terra (che ricorreva ieri, ndr), nata per celebrare l’ambiente e salvaguardare il pianeta, Coldiretti Cuneo evidenzia la necessità di rimettere al centro il valore dell’agricoltura, recentemente bistrattata da chi la addita come colpevole dell’inquinamento atmosferico e minacciata dal consumo di suolo, eppure cruciale per garantire forniture alimentari, per salvaguardare la biodiversità, per alimentare economie circolari e presidiare l’assetto idrogeologico del territorio.
I dati diffusi dall’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale (ISPRA) parlano chiaro: solo il 7% delle emissioni di gas serra in Italia arrivano dall’agricoltura, mentre l’industria con il 44,7% e i trasporti con il 24,5% sono di gran lunga i maggiori responsabili dell’inquinamento da gas ad effetto serra. Dati che trovano conferma anche sul nostro territorio, dove le emissioni di gas climalteranti prodotte dall’agricoltura dal 2010 ad oggi sono in calo del 6,5% (fonte: Quaderni Agricoltura della Regione Piemonte).
Inoltre, agricoltura e zootecnia – rimarca Coldiretti Cuneo – contribuiscono alla produzione di Pm10 per il 5% nella Granda, con un trend in diminuzione nell’ultimo decennio, pur a fronte di una popolazione di animali sostanzialmente stabile. Ciò anche grazie al ricorso di tecnologie e modalità di allevamento sempre più efficienti: “Dal 2016 ad oggi – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – sono ben 35 i milioni di euro che le aziende agricole piemontesi hanno investito, a valere su bandi del PSR, per attrezzarsi con strumentazioni idonee a diminuire le emissioni di ammoniaca e gas serra”.
Oggi più che mai la nostra agricoltura è minacciata dal consumo di suolo. Le ultime generazioni, secondo un’analisi Coldiretti, sono responsabili della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono.
In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari, pari al 6,9% della superficie totale regionale. La Provincia di Cuneo è seconda solo a Torino, con ben 37.800 ettari di superficie consumata, pari al 34,1% del consumo complessivo regionale.
“Disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico – ricorda Moncalvo – ancor più in questo momento in cui la pandemia ha fatto emergere il valore strategico del cibo con le forniture alimentari diventate ancora più preziose”.