ROASCHIA - Nella “stanza del tesoro” di Acda si lavora per sconfiggere l’intorbidimento delle sorgenti

A primavera dovrebbe arrivare una soluzione provvisoria. Si studia il fenomeno senza precedenti di agosto: “Forse il problema è in un ramo secondario del Gesso”

Andrea Cascioli 07/11/2024 16:15

Sorge al confine tra il comune di Roaschia e quello di Valdieri, in riva al Gesso e a qualche centinaio di metri dalle grotte del Bandito. È il ripartitore dell’Acda, ovvero il punto centrale dell’alimentazione idrica verso Cuneo, Borgo San Dalmazzo e i centri raggiunti dalla rete intercomunale: “È la ‘stanza del tesoro’ di Acda: serve 120mila persone, metà degli utenti” spiega il direttore generale dell’azienda Andrea Ponta.
 
Qui si raccoglie l’“oro blu” convogliato da tre principali sorgenti. C’è quella del Bandito, poi la sorgente Bousset che arriva da Entracque e infine quella degli stretti di Andonno, più a valle: “Parliamo di circa 250 litri al secondo per la Bousset, 500 litri per il Bandito e 150 litri al secondo per gli stretti di Andonno” dice l’ingegner Germano Oggero, responsabile dell’area operativa. Il ripartitore - videosorvegliato - è quindi un’infrastruttura fondamentale per Cuneo, tanto che i tecnici vietano di fotografare o filmare all’interno. Nel fabbricato ci sono due camere con vasche, rifornite da una condotta di 400 centimetri di diametro che arriva dalle grotte del Bandito (è la condotta “storica”), da un’altra più grande e più recente (600 cm) alimentata dalla stessa sorgente e da una terza di 450 cm proveniente dal Bousset. Da qui si dipartono i tubi diretti uno al serbatoio di Cuneo, uno a Borgo San Dalmazzo e l’altro, in due diramazioni, che finisce a Boves da una parte e a Vignolo, Cervasca e Busca dall’altra.
 
“Una parte dell’acqua - aggiunge ancora Oggero - torna nel Gesso ed è ciò che ci permette, in caso di emergenze e intorbidamento, di escludere temporaneamente una fonte”. In questo modo si isola la sorgente “contaminata” fino a quando il problema non viene risolto. Gli intorbidimenti possono verificarsi, ma quello che è successo lo scorso 18 agosto è qualcosa di davvero inspiegabile, in base ai parametri studiati finora. Lo ha detto il responsabile tecnico dell’Acda Fabio Monaco ai consiglieri comunali di Cuneo in visita alle sorgenti del Bandito, martedì scorso: “Ha scombussolato gli studi condotti fino a oggi. È stato un evento pluviometrico molto forte, ma localizzato, che ha creato un intorbidamento di vasta portata. Supportati dal Politecnico di Torino, stiamo cercando di capire le cause e individuare le soluzioni migliori”.
 
Non è facile. Un’ipotesi è che l’origine di tutto sia l’acqua torbida trascinata da un ramo secondario del Gesso. Per questo si è provato a intervenire: “Abbiamo creato uno sbarramento in materiale sciolto, in modo da evitare che fino a un’altezza di circa due metri questo ramo secondario si possa attivare. Quando ci saranno le prossime piogge, capiremo se c’è davvero questa interazione e in quali termini”. Anche il Bousset è munito di sistemi di sicurezza e soglie di preallarme, che attivano lo scarico nel fiume oltre una certa soglia. “Stiamo lavorando anche sul breve periodo, per la gestione delle emergenze” fa sapere Oggero, che assicura: “Molto è già stato fatto anche se non si vede, con interventi puntuali sulla rete a valle. L’obiettivo è minimizzare l’impatto sui comuni serviti, in caso di torbidità”.
 
A partire da mercoledì 6 novembre è in funzione un prototipo per la filtrazione temporanea, dove i tecnici stanno testando alcune tipologie per capire quale sia il sistema di filtrazione migliore: “Le filtrazioni hanno costi molto elevati, si parla di cinque o sei milioni” sottolinea Monaco. Quindi va scongiurato il minimo errore, altrimenti si rischia di ritrovarsi con filtri costosissimi ma inservibili. “Abbiamo anche constatato - aggiunge il responsabile tecnico - che dopo l’evento del 18 agosto è cambiata la granulometria dell'intorbidimento: anche questo è un fenomeno da capire”.
 
“Il dato nuovo è il limo” osserva il presidente di Acda Livio Quaranta, che era andato a “fare rapporto” in municipio a inizio settembre: “Abbiamo già visto situazioni simili nel Bergamasco: le piogge attuali creano fenomeni diversi”. In Comune, Quaranta aveva detto di credere che vari aspetti del cambiamento climatico (su tutti, la carenza di neve) si associno all’abbandono delle colture. Quel che è certo, per ora, è che c’è un intero orizzonte da esplorare di nuovo: “Il geologo che ci aiuta - racconta ancora Monaco - ha detto: da trent’anni sto studiando questa sorgente, ma devo dimenticare quello che ho studiato”. L’intervento temporaneo, avviato con i test di filtrazione, dovrebbe portare entro la primavera prossima a installare un sistema provvisorio che scongiuri almeno i rischi di non potabilità. Per il resto ci si affida ai fondi Pinsri, da dove dovrebbero arrivare 14,9 milioni di euro: “Abbiamo presentato un progetto e siamo nella fascia alta della graduatoria, in attesa che il finanziamento venga erogato con decreto ministeriale”.

Notizie interessanti:

Vedi altro