Continua l’emergenza sovraffollamento nelle carceri piemontesi, quest’anno ancor più preoccupante a causa della pandemia di Covid-19. Ieri, mercoledì 30 dicembre, è stato presentato il V dossier sulla situazione degli istituti penitenziari piemontesi che, ha specificato il garante regionale dei detenuti Bruno Mellano: “Non ha una valenza esaustiva”. “Abbiamo voluto segnalare le inderogabili priorità strutturali su cui intervenire - ha detto l’esponente radicale -. Le pene sono volte alla rieducazione e non possono che svolgersi all’interno di contesti adeguati agli obiettivi e alle dinamiche che si possono costruire nelle comunità penitenziarie”.
Ad oggi, dato aggiornato a lunedì 28 dicembre, sono 4 mila 164 i detenuti nelle 13 carceri per adulti del Piemonte, in spazi che potrebbero accoglierne meno di 3 mila 700.
Tre i “punti di partenza” del lavoro svolto: “Il collegio del Garante Nazionale indica in una soglia di non completo affollamento delle carceri il 98% di presenze, questo per poter permettere l’organizzazione in questo periodo di pandemia - ha spiegato Mellano -. Le direzioni devono avere gli spazi per gestire un possibile focolaio”. Ad oggi gli istituti piemontesi hanno un grado di sovraffollamento superiore al 130%. Il secondo aspetto è rivolto ai finanziamenti: “Si parla molto di fondi europei per investimenti strutturali, se non sul carcere dove? Sulle strutture sanitarie interne e sugli spazi interni è necessaria una maggiore progettualità”, ha proseguito il garante. Al terzo punto le prospettive che si stanno aprendo per alcuni detenuti sull’esecuzione penale, come le donne con i bambini minori al seguito. “Stiamo lavorando per gli istituti di esecuzione protetta”.
Il Piemonte è l’unica regione italiana che ha un garante comunale per ogni sede di carcere. Durante la presentazione sono state sviscerate le problematiche delle carceri della provincia di Cuneo. Per primo, in rigoroso ordine alfabetico, ha parlato il garante dei detenuti di Alba, Alessandro Prandi, in riferimento alla casa circondariale Giuseppe Montalto. “La struttura sarà oggetto di un intervento di ristrutturazione molto complesso, siamo in attesa di capire quando partiranno i lavori - ha spiegato -, ma se contiamo di contenere la situazione piemontese con Alba dobbiamo aspettare almeno due anni”. Tra le criticità individuate un muro dichiarato “pericolante” nei pressi di un’area giochi che potrebbe usata dai figli dei detenuti e la messa a norma di una struttura adatta a ospitare i ‘semiliberi’. “Sono interventi che dovrebbero essere già fatti che non possono più attendere ulteriormente - ha aggiunto Mellano - C’è un detenuto di lungo periodo che si occupa di manutenzione ordinaria della palazzina, se cominciassimo a dargli la possibilità di intervenire potremmo aver in pochi mesi la struttura a posto”.
Per quanto riguarda il carcere di Cerialdo, a Cuneo, resta la questione di un intero padiglione non usato, ad oggi in fase di restauro. ”Il piano terra dovrebbe essere consegnato a maggio, ma ci sono anche gli altri due piani - ha detto il garante Mario Tretola -. Inoltre il carcere ha grandi spazi, ci sono aree come l’ex femminile, i cortili interni e strutture che potrebbero essere usate per strutture di socialità”. Assente la garante dei detenuti di Fossano Michela Revelli, per lei ha parlato ancora una volta Mellano, fossanese d’origine, che ha definito il penitenziario della città degli Acaja “Il miglior carcere del Piemonte”. Secondo il garante regionale non presenta particolari criticità: “Ha degli spazi ampi pur nel contenimento di una struttura in centro città. È una situazione unica”.
Chiusura su Saluzzo. Assente il garante Paolo Allemano, è toccato ancora una volta a Mellano fare il punto della situazione. “Recentemente trasformato in carcere ad alta sicurezza, ha una serie di problematiche irrisolte - ha spiegato - Nella struttura si sente più di altrove il problema delle comunicazioni, serve un intervento sulle reti”. Tra i progetti in ballo un intervento sulla gestione della raccolta differenziata.