Drastica riduzione del raccolto di nocciole: i cambiamenti climatici si fanno sentire sul comparto in tutta la regione. Da ormai tre anni il comparto corilicolo si ritrova ad affrontare eventi climatici avversi, con l’alternarsi di fenomeni siccitosi prima, seguiti da piogge persistenti nel periodo primaverile, che ne hanno compromesso la produzione. La situazione è drasticamente peggiorata quest’anno, come confermato dallo scarso raccolto, nonostante le operazioni siano ancora in corso, come evidenziano i dati di Coldiretti Piemonte.
“La situazione è grave e preoccupante per l’economia dell’intero territorio piemontese - spiega il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada -. Il comparto in dieci anni ha avuto una crescita notevole in termini economici e di produzione, passando nel Piemonte da 15 mila a quasi 28 mila ettari di superfici coltivate, ma negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione dei volumi con un calo generalizzato di produzione, dalle colline tradizionalmente vocate delle Langhe agli impianti di pianura dove è possibile l’irrigazione. Situazione che si aggrava ulteriormente anche per la presenza della fauna selvatica”.
La Provincia di Cuneo è particolarmente vocata alla produzione di nocciole, tanto che sono ben 1.300 le aziende cuneesi a coltivarle su una superficie di 13.000 ettari, per una produzione totale media di 140.000 quintali.
“A fronte di una crisi come quella di quest’anno, senza precedenti, abbiamo chiesto alla Regione lo stato di emergenza del settore affinché si possano mettere in atto tutte le misure necessarie a sostegno del comparto, per esempio attraverso lo strumento della ricerca scientifica, indirizzata verso l’analisi e la comprensione delle cause e dei fattori che stanno portando a questi risultati estremi. È necessario un sostegno alla corilicoltura e alle imprese che credono nelle produzioni di qualità, impegnandosi col loro lavoro a preservare i territori”, evidenzia Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.