Il divieto di bruciatura all’aperto di materiali vegetali recentemente stabilito dalla Regione in due differenti provvedimenti legislativi (la DGR n. 57-7628 per il risanamento della qualità dell’aria e la nuova legge quadro regionale in materia di incendi boschivi) sta mettendo in grandissima difficoltà imprenditori e persone dedite alla cura e pulizia dei boschi e in particolare i produttori di castagne che, come da consuetudine, al termine della raccolta del prodotto eseguono la “pulizia dei castagneti” radunando le foglie in piccoli cumuli e, successivamente, bruciandole.
“Si tratta di una pratica secolare – dichiara Coldiretti di Cuneo – utilizzata già ai tempi in cui l’inquinamento atmosferico da polveri sottili non esisteva; non si può certo attribuire a questa attività la responsabilità dell’attuale situazione di inquinamento dell’aria e impedire quelle attività che hanno consentito di trasferire alle nuove generazioni uno straordinario patrimonio come i nostri boschi”.
Secondo Coldiretti è pertanto necessario prevedere deroghe che permettano, nei castagneti da frutto in attualità di coltura, di bruciare tale materiale, nel rispetto di tutte le precauzioni necessarie per la prevenzione dei rischi di incendio.
Avere boschi puliti dal fogliame appena le condizioni meteorologiche lo consentono può invece contribuire a generare condizioni di sicurezza laddove i boschi coltivi e in ordine sono contigui a boschi da anni non ripuliti e quindi a rischio incendio che possono trovare nella pulizia una limitazione al propagarsi.