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Ormai il Natale è arrivato. Un po’ strano, con limitazioni negli spostamenti, con timori per la salute, con paure per possibili contagi, con distanziamenti. Va vissuto da cristiani. Non possiamo permettere che nessuno, neppure il Covid, ci rubi il Natale. È una festa che tutti amiamo. In questi giorni fervono i preparativi. Le strade, le città e le nostre case cominciano ad animarsi di colori, di luci, di addobbi. Ma guai se tutto si ferma qui. Noi celebriamo la venuta di Dio nella storia. È Lui che ha preso l’iniziativa di venire ad incontrarci. Ha voluto abbassarsi al nostro livello per farsi dono e parlare con noi”. Inizia così il
messaggio che il Vescovo della Diocesi di Cuneo e Fossano,
Monsignor Piero Delbosco, ha rivolto ai fedeli in occasione del Natale.
“Non importa - scrive il Vescovo - se sarà un po’ più sobrio; non importa se non saremo in località turistiche; non importa se la Messa di Natale avrà altri orari diversi dalle nostre consuetudini; non importa se continueremo ad indossare la mascherina. Cogliamo l’opportunità di essere maggiormente in famiglia. In coloro che incontriamo non potremo vedere pienamente il loro volto; gli occhi sì. In passato qualcuno diceva che essi sono lo specchio dell’anima. Mi piace quest’espressione che valorizza il nostro sguardo. Vogliamo vedere per incontrare, vogliamo vedere per ascoltare, vogliamo vedere per amare. La luce che emana dai nostri occhi è il dono che possiamo scambiarci con tenerezza e con tanta semplicità. I nostri occhi devono anche essere lo strumento per cogliere le sofferenze, le solitudini, le povertà, le ansie di coloro che spesso incrociamo. Nella vera carità, sull’esempio del Natale, possiamo noi essere luce per chi ci è accanto. È luce anche solo una telefonata ad una persona che non vediamo da anni. È luce l’ascolto, la pazienza, la dolcezza, la tenerezza: tutte cose che costano poco. Proviamo a far sì che il Natale sia il momento che facciamo spazio al Signore che vuole guardare ed incontrare proprio noi. Se c’è qualcosa da rimuovere facciamolo con coraggio. Proviamo a pregare un po’ di più, a stare col Signore senza guardare l’orologio. Proviamo a chiedere scusa per primi se sappiamo che qualcuno è teso nei nostri confronti. Proviamo a smettere di lamentarci per cose che non vanno ed elevare il nostro sguardo verso la riconoscenza per gli immensi doni ricevuti. Sono convinto che così il Natale 2020 non sarà in tono minore, anzi. In questo modo i nostri occhi risplenderanno di luce riflessa, le nostre mani saranno aperte e pronte al dono, il nostro cuore sarà arricchito dalla partecipazione e dalla vera condivisione”.