Si è svolto stamane, venerdì 29 gennaio, un incontro in streaming che nelle speranze di molti esercenti della Granda potrebbe dare una svolta alle attività commerciali dopo le tante difficoltà affrontate in questi mesi. Da una parte il “grido di dolore” - per dirla con le parole del presidente Luca Chiapella - di Confcommercio, collegata in diretta con presidenti e direttori delle Ascom territoriali, dall’altra senatori e deputati eletti in provincia di Cuneo. I rappresentanti di categoria hanno espresso l’incertezza che attanaglia quotidianamente il loro lavoro. “Non possiamo apprendere il passaggio di zona con 12 ore di anticipo - ha cominciato Chiapella - Il nostro settore ha bisogno di preparazione. C'è un diffuso senso di rabbia e senso di abbandono”. In questa situazione si aggiunge il timore che la criminalità organizzata possa trovare terreno fertile, in particolare nelle tipologie di attività più in crisi: “A febbraio siamo ad un anno esatto dalla chiusura dei locali da ballo - aggiunge il negoziante -, una chiusura che non è escluso diventi definitiva. Il rischio di infiltrazione della malavita con proposte di acquisto è concreto”.
A fare il quadro della situazione è stato il presidente dell'Associazione Albergatori, Esercenti e Operatori turistici della provincia di Cuneo, Giorgio Chiesa: “I ristoratori non servono più cena dall'estate scorsa. Alberghi e campeggi lavorano al 20 percento. I locali da ballo sono chiusi da un anno. Le agenzie di viaggio sono stremate”. “Ci siamo adeguati alle normative - ha detto il titolare del Lovera Palace di via Roma -, ma se si soffoca un intero comparto fino ad una sua parziale evirazione, occorre allora un piano di aiuti economici mirato e corposo per consentire alle attività di essere ancora sul mercato al termine della pandemia”. Chiesa ha poi stigmatizzato le proteste di ‘disobbedienza civile’ come #ioapro, concludendo però che servono aiuti proprio per evitare atteggiamenti di questo tipo. Non è mancato un paragone con altre realtà: “Ci confrontiamo con i colleghi tedeschi e francesi che hanno ristori di differente natura e differente corpo”, ha concluso l’albergatore.
Ad ascoltare l’appello dei commercianti cuneesi erano presenti Monica Ciaburro, Giorgio Bergesio, Enrico Costa, Flavio Gastaldi, Marco Perosino e Mino Taricco. Sulla lista degli assenti Chiara Gribaudo e il ministro Fabiana Dadone (ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti). Un’assenza, quella delle due esponenti relativamente di PD e Movimento Cinque Stelle, che ha indispettito Chiapella: “Sappiamo che la politica in questo momento è impegnata nelle consultazioni, ma pensavo che tutti potessero rispondere al nostro grido di aiuto”.
In questa fase politica è difficile che un singolo parlamentare possa incidere sulle iniziative del Governo. Tanto più con la crisi di governo in corso, come detto più o meno chiaramente dall’onorevole Monica Ciaburro: “Servono misure urgenti subito, fatte da un Governo forte - ha asserito l’esponente di Fratelli d’Italia - Finora l’esecutivo ha rincorso i problemi”. Deputati e senatori hanno comunque provato a dare delle risposte. "Abbiamo approvato scostamenti di bilancio importanti - ha detto Giorgio Bergesio della Lega Nord - : le risorse messe sul tavolo sono state tante ma non soddisfano nessuno perché su percentuali così piccole i ristori non sono sufficienti”. Gli ha fatto eco il collega di partito Flavio Gastaldi: “Serve un cambio di passo e una visione di insieme che non deve solo tamponare - ha detto il deputato, che è anche sindaco di Genola - È indubbio che i ristori non sono stati sufficienti, inoltre è stata criminalizzata ingiustamente la categoria ristoratori”. Perosino, senatore di Forza Italia, ha parlato di “Governo con la mentalità sbagliata”, ma poi si è retoricamente chiesto: “Se al timone ci fossimo stati noi avremmo saputo fare di meglio?”.
A difesa del governo dimissionario è intervenuto Mino Taricco, senatore del Partito Democratico: “Sono convinto che le risorse siano insufficienti - ha osservato l’ex Margherita - Se fossi all’opposizione direi così anche io”. "Il problema è gestire questa fase di transizione - ha aggiunto -, ma dobbiamo ricordarci che dopo ci sarà una fase di debiti da affrontare. Tutti possiamo dire che si poteva fare meglio, ma siamo al lavoro per dare delle risposte”.
Nei giorni scorsi Confcommercio aveva reso pubbliche le sue proposte per contrastare la crisi: l’esenzione del pagamento dell’Imu e della Tari, l’azzeramento dell’iva sulla somministrazione durante il periodo di crisi, la proroga del credito d’imposta sui canoni di locazione, l’annullamento delle commissioni per le transazioni sotto i 50 euro per tutto il 2021, l’estensione a 15 anni del rimborso dei finanziamenti fino a 800 mila euro e il prolungamento della cassa integrazione fino all’estate.