Riceviamo e pubblichiamo.
1994 – LA GRANDE ALLUVIONE
Questo tragico evento coglie i dirigenti e i quadri della Croce Rossa Piemontese lontani dai territori colpiti, in quanto riuniti sul lago Maggiore nell’annuale Assemblea Regionale presieduta dal sottoscritto in qualità di Responsabile Regionale dei Volontari CRI. In realtà la Croce Rossa è preparata ad affrontare le emergenze, dopo anni di esercitazioni, l’ultima delle quali a Borgo San Dalmazzo nel mese di maggio ’94; e ciò è dimostrato dal fatto che i primi interventi vengono organizzati dai Volontari CRI presenti nelle 35 sedi della Provincia di Cuneo senza l’ausilio di propri Delegati. Il primo allarme parte dalla CRI di Monesiglio e di Bra e dalla Prefettura di Cuneo il sabato pomeriggio. I Delegati di Protezione Civile CRI lasciano l’Assemblea Regionale e ritornano precipitosamente nelle proprie sedi per coordinare i soccorsi. Allora non esisteva ancora la Protezione Civile così come è organizzata oggi e anche l’allarme è stato diramato con molto ritardo via Fax non avendo i mezzi di comunicazione che abbiamo oggi.
Nella “Sala Operativa” organizzata in Prefettura a Cuneo i punti di riferimento erano l’Esercito, la Croce Rossa e i Vigili del Fuoco. In questa emergenza sono intervenuti più di 1.200 Volontari CRI della Provincia di Cuneo (su un totale di 1950 effettivi) e altri 1.000 provenienti dalle Province non alluvionate del Piemonte e da altre Regioni “non per prestare soccorso sanitario”, ma per trasportare acqua e altri generi alle popolazioni colpite, per spalare fango, per preparare pasti e distribuirli sia alla popolazione sia ai soccorritori
Purtroppo molti sono i Volontari Civili non organizzati che intervengono nei primi giorni e a volte sono di peso, in quanto non sono equipaggiati nè preparati, anche se armati di tanto entusiasmo e buona volontà. Vengono allestiti dalla CRI due magazzini: uno a Borgo San Dalmazzo e uno a Canale per poter ricevere la grande quantità di materiale donato e distribuirlo in modo organico alla popolazione (basti pensare che il sabato successivo al 5 novembre a Borgo San Dalmazzo ben quindici autotreni erano in coda per scaricare materiale donato nel magazzino lì allestito).
Il Comitato Nazionale CRI fornisce immediatamente due grandi potabilizzatori (uno ad Alba e uno ad Alessandria) che pescano acqua non potabile e la trasformano in acqua potabile in sacchetti da mezzo litro.
Nella fase successiva la Croce Rossa installa dei moduli MAPI forniti dal Dipartimento della Protezione Civile, nei Comuni di Garessio, Ceva, Clavesana, Cortemilia e Santo Stefano Belbo dove si alternano volontari a disposizione delle necessità della popolazione. A Santo Stefano Belbo viene realizzata una scuola prefabbricata per le classi medie le cui aule sono state alluvionate.
Una nota molto positiva sono i Ponti Radio CRI ultimati nel mese di maggio ‘94: nei momenti critici sono l’unico mezzo di comunicazione a funzionare (non c’erano ancora gli smartphone). La Rai organizza tre spettacoli denominati “Natale a Casa” per raccogliere fondi pro alluvionati, condotti da Pippo Baudo con la partecipazione dei più noti artisti Italiani: due a Roma e uno previsto in Piemonte che, con un po' di fortuna, riesco a portare ad Alba in piazza Medford.
La CRI della Provincia di Cuneo in collaborazione con lo Studio Levi – Produzione Audiovisivi di Alba, realizza un filmato su videocassetta, diffuso in oltre 8 mila copie nelle scuole di tutta Italia, che documenta quei momenti tragici.
Nel mese di maggio 1995 la Croce Rossa in collaborazione con la Prefettura di Cuneo organizza l’operazione “Fiume Pulito” presso la Croce Rossa di Monesiglio: si tratta di ripulire dal nailon gli alveoli dei fiumi coinvolti dall’alluvione, con la partecipazione di oltre 400 alunni delle scuole superiori e 150 Volontari CRI, con l’intento di migliorare il senso civico e il rispetto per l’ambiente dei giovani alunni.
Nel mese di giugno termina ”l’operazione Castoro” che vede impegnato il 2° Regimento Alpini e l’Associazione Nazionale Alpini per la rimozione dei tronchi degli alberi dai fiumi con la CRI che garantisce il Soccorso Sanitario.
In conclusione “La Grande Alluvione” ha contribuito a organizzare la moderna protezione Civile e avrebbe dovuto insegnarci:
- che i fiumi devono essere puliti altrimenti i tronchi degli alberi sradicati fanno diga nei ponti provocando rovinose esondazioni o sradicando i ponti;
- che bisogna realizzare invasi per poter assorbire grandi quantità di acqua e distribuirla quando è necessaria per l’agricoltura;
- che non bisogna costruire edifici vicino ai corsi d’acqua se si vogliono evitare danni;
- che bisogna mettersi in posti sicuri (piani alti) in caso di esondazione e non andare a curiosare e fotografare l’evento se si vogliono evitare rischi
Purtroppo non tutti questi insegnamenti sono stati recepiti e la natura ancora oggi ci sta dimostrando che l’uomo è solo un ospite, non il padrone del mondo.
Livio Chiotti
Nel 1994 responsabile regionale dei Volontari della Croce Rossa