CUNEO - Nuovi alberi, aree giochi e una fontana a raso: ecco la nuova piazza Europa (GALLERIA)

Nella zona sud un’area per mercati e fiere, su corso Giolitti arrivano le pensiline. Spariscono i cedri: “Ma potrebbero vivere al massimo 15 anni” dice l’agronomo

Andrea Cascioli 16/05/2024 20:11

Non è il progetto “attorno alle piante” (attuali) per cui le opposizioni si sono battute fino all’ultimo. Ma non è nemmeno una piazza Europa senza alberi: “La piantumazione di alberi è più che raddoppiata rispetto a quella attuale e anche quella con arbusti è sensibilmente aumentata” dice l’ingegner Sabina Carucci di Ai Engineering, lo studio che si è occupato della progettazione per conto del Comune.
 
In freddi numeri si parla di trentotto alberi ad alto fusto rispetto agli attuali quattordici, di 1.100 metri quadrati piantumati con arbusti (oggi sono 260 mq circa) e di una superficie permeabile e drenante estesa su 4.033 mq rispetto agli attuali 2.175 mq. I posti auto? Alla fine saranno di meno, 112 contro gli attuali 191. Un discreto paradosso per un progetto che nasceva, all’epoca, con l’idea di ampliarli (sotto terra).
 
Ai tecnici gli uffici comunali avevano dato due indicazioni, ricorda il dirigente del settore Lavori pubblici Walter Martinetto: dare uniformità ai due lati della piazza (il sagrato e quello sul lato di corso Brunet) e assicurare la massima versatilità possibile, pur mantenendo il verde. “Che però costituisce una limitazione” dice il funzionario: “Abbiamo voluto permettere la realizzazione di piccole manifestazioni e attività. Oggi poche persone si fermano in piazza Europa perché non è così accogliente”.
 
Colpa soprattutto della pavimentazione in asfalto e di aiuole “poco fruibili”, replica l’ingegner Carucci. Nella parte est, quella dove oggi si trovano la maggior parte dei parcheggi, due interventi: “Da un lato una maggiore presenza di verde, dall’altro le predisposizioni per gli eventi o l’eventuale estensione degli spazi pedonali”. Il tratto centrale di corso Nizza “sarà rialzato e caratterizzato da una diminuzione della velocità veicolare”. All’interno della piazza sedute mobili per eventi, una fontana centrale, spazi per dehors, un’area giochi attrezzata per i bambini, ma anche “sedute più intime per poter conversare” e zone con tavoli da lavoro.
 
La fontana attuale sarà sostituita con una a raso: “Per evitare spese manutentive eccessive e favorire la fruibilità dell’area giochi” spiega la progettista. “Ci sono parti più legate al relax e immerse nel verde che possono approfittare dell’ombreggiatura” aggiunge, accennando ai sistemi previsti per favorire la diminuzione della temperatura percepita. Le panchine saranno dotate di prese elettriche per chi vuole studiare o lavorare all’aperto: “Pensiamo ai ragazzi che si riuniscono all’uscita della scuola”. Tutta la piazza sarà pedonale, ma si mantiene una corsia libera - sull’attuale via laterale, destinata a sparire - per esigenze di carico e scarico e per il passaggio dei mezzi di soccorso: sarà controllata con dissuasori mobili.
 
Gli spazi “flessibili” per gli eventi, comprensivi di un’area che potrà essere allestita per usi mercatali e fieristici, sono nella porzione a sud, normalmente più ombreggiata per la maggior vicinanza ai palazzi. Tuttavia “i percorsi di fruizione di questi allestimenti potranno coinvolgere entrambi i fronti”. Poi ci sono le pensiline su corso Giolitti, corso Brunet e corso Santorre di Santarosa: “Contribuiscono a chiudere l’anello degli attraversamenti pedonali sull’asse di corso Nizza e via Roma”. Con una sola interruzione in corso Dante, a questo punto.
 
E i cedri? Destinati ad essere sacrificati, come abbiamo anticipato. È la fine di un percorso che dal 1970 li ha visti ridursi dai venti originari agli attuali dieci: l’ultimo abbattimento fu nel 2002, dopo lo schianto improvviso di uno degli alberi dovuto a un cedimento strutturale. Quali sono le loro attuali prospettive di vita? La risposta dell’agronomo Ettore Zauli ha suscitato polemiche e battibecchi dai banchi delle minoranze: “Sono piante in ambiente urbano che hanno già 70 anni di età e le cui radici non possono svilupparsi liberamente, come in un parco: è ipotizzabile che, in relativa sicurezza, possano durare 10 o 15 anni al massimo. Dopodiché diventerebbero troppo a rischio per la conservazione. Servirebbero comunque interventi piuttosto costosi, prove di trazione e indagini con georadar”.

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