Riceviamo e pubblichiamo.
Le associazioni e i comitati di pendolari giudicano nel complesso negativamente il contratto firmato dall’Agenzia per la Mobilità Piemontese, su mandato della Regione, con Trenitalia per il Servizio Ferroviario Regionale, valevole per 10 anni, dal 2022 al 2032.
Il primo problema sta ancora una volta nel metodo: i comitati di pendolari avevano chiesto espressamente più volte sia in sede di diverse audizioni presso la Commissione Trasporti della Regione sia in numerose comunicazioni ai media, che venisse avviato un processo di costruzione partecipata del contratto con le associazioni degli utenti e che la bozza del contratto venisse loro presentata ai fini di poter proporre osservazioni, integrazioni e/o richieste di modifica prima della firma. A tal proposito l’Assessore ai Trasporti, Marco Gabusi, aveva dichiarato essere previsto “che tale bozza sia presentata alle Associazioni affinché i contenuti possano essere vagliati e condivisi”.
A questa affermazione però non si è avuto alcun seguito con la conseguenza che nessun processo di partecipazione è mai stato avviato. Oltre al metodo, quindi, manca anche la sostanza in quanto il testo del contratto, recentemente pubblicato sul sito dell’Agenzia, non contiene il contributo degli utilizzatori quotidiani del servizio, risultando perciò carente di suggerimenti preziosi che sarebbero potuti risultare vantaggiosi per tutte le parti.
Una delle richieste più importanti da parte delle associazioni era che venisse complessivamente incrementata l’offerta su tutta la rete per coprire carenze di orario da tempo lamentate ma l’incremento del servizio, reiterato più volte nel tempo, si è tradotto in una manciata di “nuovi servizi” che rappresentano, rispetto all’offerta attuale, un incremento minimale.
A tal proposito emerge che i pochi nuovi servizi attivati sono stati in gran parte finanziati con il taglio delle corse nei weekend (es: diretto Biella Torino finanziato per il 60% dal taglio del 50% del servizio al sabato e festivi).
Di fatto si è consolidata la produzione ferroviaria ridotta del periodo Covid con circa un -15% del servizio complessivamente erogato vs 2019, non consona pere le attuali esigenze di mobilità, ritornate a crescere in modo estremamente massiccio, e con un servizio weekend dimezzato su alcune linee (Cuneo Limone P., Nodo Casale, Biella,) mentre per altre addirittura azzerato (es. Asti Acqui).
Dalla determinazione di A.M.P n °625 dell’08/09/2022, con cui è stato approvato il contratto di servizio, si evince un cospicuo aumento delle compensazioni a partire dal 2025, (da 138,7mln€ del 2024 a 150,8€ del 2025), tendenti a crescere ulteriormente in modo corposo negli anni successivi. Chiediamo quindi ad AMP ed all’Assessore ai Trasporti Gabusi di condividere e concordare anticipatamente con l’utenza e le associazioni dei viaggiatori quali sviluppi dei servizi si pensa di realizzare con le risorse aggiuntive erogate.
Per quanto riguarda un altro elemento ritenuto fondamentale dalle associazioni degli utenti, quello della riattivazione delle linee sospese, imprescindibile per lo sviluppo sostenibile della Regione, si deve constatare che con il CdS 2022-2031 esso viene quasi del tutto ignorato. Il CdS è lapidario e (citiamo dal contratto): “...non prevede la riattivazione delle linee sospese, fatta eccezione della Asti - Alba e Casale - Mortara".
Non vi è di conseguenza alcun cronoprogramma di riattivazione delle altre linee attualmente prive di traffico, relegando i progetti negli archivi degli studi di AMP e rinviandoli a future ed ipotetiche disponibilità economiche anzichè approfittare oggi delle opportunità concesse dal PNRR.
Rispetto a questo scenario, quantomai deludente, in compenso però vengono programmati incrementi tariffari significativi, “2% negli anni 2023‐2024‐2025, 6,5% nel 2026 e 3% negli anni a seguire", per una media di un 3% di aumento ogni anno.
A fronte di un servizio “stagnante” ed a costi in aumento in un contesto di crisi economica generalizzata, ipotizzare un incremento dell’utenza non è spiegabile. Il rischio concreto è al contrario che si verifichi un calo dei passeggeri.
Insomma, un contratto per il Servizio Ferroviario Regionale decisamente distante da quelle che erano le aspettative e le richieste dei pendolari del Piemonte che, non solo non risponde alle esigenze di mobilità degli utenti attuali, ma che non porterà ad una svolta verso una mobilità sostenibile e ad un contributo alla lotta ai cambiamenti climatici (nonostante questo sia una priorità inderogabile) e ultimo ma non meno importante non raggiungerà l’obiettivo di una valorizzazione anche in senso turistico del territorio, di cui l’aumento dell’offerta e la riattivazione delle linee sospese restano elementi essenziali.
Co.M.I.S - Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile