Riceviamo e pubblichiamo:
Negli ultimi 24 mesi la nostra è stata l’unica voce critica sul programma di edilizia sanitaria della giunta regionale ed è stata costantemente sottovalutata e derubricata ad opposizione pregiudiziale.
Eppure il PD, con l’onorevole Gribaudo la sindaca Manassero, i consiglieri regionali e provinciali, tanti sindaci, amministratori e militanti per ben due volte è andato davanti ai cancelli del Santa Croce per denunciare lo stallo assoluto della sanità cuneese e piemontese.
Non l’abbiamo fatto pregiudizialmente, ma analizzando la situazione e studiando i dati: per sei mesi abbiamo riunito un tavolo specifico, fatto di esperti, amministratori e cittadini. Ne è venuto fuori un “Libro bianco” che contiene ovviamente critiche, ma anche tante proposte costruttive che la giunta regionale non ha preso in considerazione. Chiunque altro abbia espresso dubbi in questi mesi l’ha fatto addossando incredibilmente la responsabilità ai comuni, in particolare al capoluogo, perché dalle opposizioni un po’ di critica la si pretende, ma che non disturbi troppo il potente di turno.
E la destra cuneese e piemontese oggi appare potente, attrattiva al punto che ci si accalca a rafforzarla anche dall’area civica populista e da certa sinistra talmente elitaria da arrotolarsi su se stessa ed accompagnarsi alle destre in molte micro battaglie locali. In Granda d’altronde è tutto insperatamente facile grazie alla recente formula del civismo neneista, appositamente creato per confondere, disorientare e drenare voti a 360 gradi, evitando il rischio di doversi schierare troppo.
C’è bisogno di più serietà, di più nettezza. Diciamoci chiaramente chi approva la politica sanitaria della regione Piemonte e chi no. Troppo comodo addossare responsabilità a chi non ha alcuna competenza diretta. Troppo semplice inseguire un terzismo insincero che è funzionale al rafforzamento di quella destra che ci ha portati a questo disastro.
Mauro Calderoni
Consigliere regionale e Segretario provinciale del Partito Democratico