Luce verde sul progetto per il nuovo ospedale unico di Cuneo da parte della conferenza preliminare dei servizi. “Da un punto di vista tecnico non c’è alcun rilievo ostativo rispetto al progetto trasmesso” fa sapere il direttore generale dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle, Livio Tranchida.
Significa che nessuno degli otto enti seduti al tavolo ha opposto un “no” insuperabile. Questo non significa, aggiunge Tranchida, che non possano emergere nella fase successiva ulteriori indicazioni di cui si dovrà tenere conto. Ad esempio per quanto riguarda l’impatto paesaggistico o la coesistenza con il Parco Fluviale, temi che più volte i contrari al progetto -
oggi in presidio sotto la Provincia - hanno sollevato.
Alla riunione convocata nel palazzo dell’amministrazione provinciale hanno preso parte Regione Piemonte, Comune di Cuneo, Provincia di Cuneo, il Comando dei Vigili del Fuoco, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e Arpa Piemonte. Tra gli enti invitati non erano presenti l’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), l’Anas e il 118 che tuttavia hanno fatto pervenire per scritto le loro richieste di approfondimenti. Tranchida è apparso soddisfatto: “Il clima di lavoro è stato costruttivo, di collaborazione istituzionale: si è registrata la disponibilità a costituire tavoli di lavoro su specifiche tematiche”.
Il nodo principale, che coinvolge i vari enti in maniera trasversale, è quello della viabilità sull’area dell’attuale ospedale Carle. Su questo soprattutto si tornerà a confrontarsi: “Chiaro che un cantiere con una durata di otto anni avrà impatto sulla viabilità” riconosce il direttore generale, precisando che le due rotonde comparse nei rendering dell’azienda proponente sono semplici “abbellimenti” del progetto.
Ora che succede? Entro il 30 aprile la società Inc, artefice della proposta di partenariato pubblico privato per l’ospedale, presenterà il piano di fattibilità tecnico-economica aggiornato. L’ospedale lo sottoporrà ai vari soggetti che lo stanno supportando, in particolare chiederà all’advisor Bocconi di esprimersi sugli aggiornamenti. Nel frattempo, l’Aso si è resa disponibile a convogliare su di sé le eventuali integrazioni rispetto a quanto emerso in questo primo incontro preliminare e a trasmetterle al proponente.
Entro maggio la documentazione verrà trasmessa in Regione come previsto dal cronoprogramma, concludendo così la fase di valutazione di competenza esclusiva dell’Aso. La grossa incognita è il “dopo”: perché a quel punto la palla passerà nel campo della Regione, proprio nell’imminenza del voto e del - probabile, comunque vada - cambio all’assessorato della Sanità. Sul Pfte serve il placet di un organismo terzo, poi il parere vincolante regionale e la dichiarazione di fattibilità: Cirio e Icardi contano di arrivarci entro luglio, ma è un’incognita. Come lo è la tempistica per il via libera dei ministeri, tenuto conto che nelle secche romane si sono arenati innumerevoli progetti infrastrutturali della nostra provincia.